“Crediamo che moda e sostenibilità debbano convivere. Crediamo nel cambiamento che porta a una vita più in armonia con la natura. Siamo convinti che insieme si possa arrivare lontano. Un piccolo gesto replicato può portare a risultati inaspettati. Inizia tutto da una scelta”.
Parla chiaro il manifesto online di Womsh, l’azienda calzaturiera italiana che produce scarpe belle e sostenibili: una buona azione ispira altre buone azioni e tutte insieme, per quanto apparentemente piccole e insignificanti, possono fare la differenza. Non è un caso che l’azienda si chiami così: Womsh non è altro che l’acronimo di “word of mouth shoes”, letteralmente “le scarpe del passaparola”.
Dal 2011, anno della sua fondazione a opera dell’imprenditore veneto Gianni Dalla Mora, Womsh progetta, fabbrica e addirittura smaltisce ogni suo pezzo nel totale rispetto dell’ecosistema, senza dimenticare lo stile e con la precisa volontà di diffondere in tutto il mondo l’eccellenza del made in Italy.
Tutte le scarpe dell’azienda padovana, infatti, sono realizzate pensando al loro peso sul pianeta: grazie alla collaborazione con LifeGate e all’adesione alla sua iniziativa Impatto Zero, Womsh ha quantificato le emissioni di anidride carbonica che immette nell’atmosfera e ha attuato delle strategie volte a ridurle, ottimizzando le risorse e riducendo i consumi. Per compensare la Co2 residua, Womsh contribuisce alla creazione e alla tutela di foreste in crescita in determinate aree geografiche (con Italia, Madagascar, Bolivia e Panama in cima all’elenco). Non è tutto, però: l’azienda sviluppa anche progetti di efficienza energetica e di produzione di energia rinnovabile secondo quanto previsto dal Protocollo di Kyoto.
Qualche dato per capire meglio di cosa stiamo parlando: negli ultimi cinque anni, Womsh ha provveduto a preservare ben 12 mila metri quadri di foresta equatoriale, compensando più di 74 tonnellate di emissioni di anidride carbonica.
Tuttavia, l’impegno della giovane impresa non finisce nel momento in cui le scarpe sono confezionate, pronte per essere immesse nel mercato, ma ha studiato in ottica green l’intero ciclo di vita del prodotto, arrivando a ideare delle soluzioni sostenibili anche per lo smaltimento: una volta usate, le scarpe possono essere consegnate in un qualsiasi punto vendita autorizzati affinché vengano riciclate e trasformate in tappeto anticaduta in gomma per i parchi giochi dei bambini. Un modo originale per dare nuova vita a prodotti altrimenti destinati alla discarica, possibile grazie alla collaborazione con Il giardino di Betty, l’iniziativa di ESOsport che prevede la creazione o la riqualificazione di parchi giochi realizzati con la pavimentazione antitrauma ottenuta dal riciclo di scarpe sportive esauste, palline da tennis, copertoni e camere d’aria di biciclette.
Da pochissimo, Womsh ha fatto un ulteriore passo avanti nel suo percorso verso la sostenibilità: ad aprile, ha lanciato una linea di sneakers vegane ricavate dagli scarti della mela. Bucce e torsoli acquisiscono così nuova vita, diventando scarpe 100% cruelty-free che coniugano tendenza, qualità e comodità. L’appleskin – questo il nome di questo particolare materiale, una similpelle di originale vegetale – è realizzata da Frumat leather, l’azienda di Bolzano vincitrice dei Green carpets award 2018 a cui Womsh ha scelto di appoggiarsi per questa nuova avventura.
Womsh ha scelto il cambiamento. E ci invita a fare lo stesso: “Choose the change è un invito. Scegliendo Womsh scegli la sostenibilità e un modo di vivere più in armonia con la natura. Unisciti a noi”.
Elisa Pino