Di Terra ne abbiamo una sola, meravigliosa e ricca, certo, ma purtroppo non è più sufficiente. L’umanità di anno in anno termina prima le risorse di cui ha bisogno e ci servirebbero quasi due pianeti per sostentarci. Oggi, 29 luglio, è l’“Overshoot Day” 2019, la data in cui la Terra finisce le sue risorse, quelle che dovrebbero bastare, a rigor di logica, per un anno intero. Un giorno che si avvicina ogni anno e che, per la prima volta nella storia, arriva già nel mese di luglio.
Overshoot Day
A rendere nota la data dell’Overshoot Day 2019 è stato il Global Footprint Network, l’organizzazione di ricerca internazionale che si occupa di misurare la cosiddetta “impronta ecologica” dell’uomo, la nostra richiesta di risorse, e di rapportarla alla biocapacità del pianeta, ossia l’ammontare di quello che la Terra genera ogni anno.
Il 29 luglio, dunque, la nostra domanda di acqua, cibo, fibre, legno e assorbimento di anidride carbonica ha superato il totale delle risorse biologiche che gli ecosistemi del pianeta sono in grado di rinnovare. E ora che succede? Inizieremo a consumare più di quanto la Terra non è in grado di darci, intaccando anche le risorse del futuro innescando un meccanismo a saldo negativo. I costi stanno diventando sempre più evidenti e si traducono in deforestazione, erosione del suolo, perdita della biodiversità e accumulo di anidride carbonica nell’atmosfera.
Una data che arriva sempre prima
Come detto, per la prima volta l’Overshoot Day nel 2019 è arrivato già a luglio, confermando un trend negativo che dura da decenni: lo scorso anno la data era arrivata il primo agosto, a inizio anni 2000 a fine settembre e negli anni ’90 a ottobre. La situazione ha iniziato a peggiorare nel 1971, quando si stima che per la prima volta l’umanità abbia iniziato a consumare più delle risorse messe a disposizione dalla Terra. Ciò che preoccupa, però, è il futuro: se non saremo in grado di invertire la tendenza si stima che nel 2050 l’umanità consumerà il doppio di quanto il nostro pianeta produce.
Tutti colpevoli, ma non in egual misura
Quando parliamo di tematiche ambientali, anche sulle pagine web di questo Magazine, ci teniamo sempre a sottolineare che tutti devono assumersi le proprie responsabilità. È giusto sottolineare, però, che le colpe non possono essere distribuite in egual misura tra tutti gli attori in gioco: per soddisfare i consumi degli italiani, per esempio, servirebbero risorse pari a 4,7 volte quelle che l’Italia genera ogni anno. Se in tutto il mondo si applicasse lo stile di vita di noi italiani avremmo bisogno di 2,7 pianeti, se vivessimo tutti come gli americani ce ne servirebbero addirittura 5.
Urge un drastico cambio di rotta nei nostri consumi, se no il sistema (e il pianeta) è destinato a collassare.
#Movethedate: la campagna per invertire il trend
Siamo ancora in tempo per fare qualcosa: è questo il messaggio che vuole lanciare la campagna #Movethedate, nata con l’obiettivo di spostare la data dell’Overshoot Day di 5 giorni ogni anno, consentendo così all’umanità di raggiungere l’equilibrio con le risorse prodotte annualmente dal pianeta prima del 2050. I settori chiave in cui intervenire sono già stati individuati e sono cinque: città, energia, cibo, popolazione e pianeta. Giusto per fare un esempio, ridurre le emissioni di CO2 derivanti dalla combustione di combustibili fossili del 50% sposterebbe la giornata di 93 giorni. Ma un impatto positivo potrebbero averlo anche un maggior consumo di prodotti vegetali e a km 0 e la conservazione delle aree verdi e della biodiversità.
Marte non è la soluzione
“Ci saranno altri pianeti simili al nostro nell’universo”, diranno alcuni. La risposta è “forse”, anche se a oggi non abbiamo le conoscenze per affermarlo con certezza. E nonostante gli sforzi per “terraformare” Marte, la verità è che non esiste un “pianeta B”. Di Terra ne abbiamo una sola.
Thomas Ducato