Si è conclusa lunedì 5 luglio 2021 la prima edizione del Festival del Giornalismo di Verona, rassegna dedicata all’informazione e ai suoi cambiamenti nel mondo di oggi, voluta dall’associazione Heraldo ETS, editrice dell’omonima testata giornalistica veronese online Heraldo, e l’associazione culturale Canoa Club Verona.
Cinque giorni di festival, con inoltre un’anteprima il 4 giugno; 20 giornalisti ospiti, 11 eventi con il coinvolgimento come moderatori di altrettanti giornalisti di Heraldo – alcuni dei quali collaborano con altre testate, come “Corriere di Verona”, “Il Fatto Quotidiano”, “Radio Stella” tra le altre – a una trentina di volontari coinvolti, 15 partner fra sostenitori e tecnici, ma soprattutto 155 donatori nella campagna di crowdfunding e centinaia di veronesi che hanno partecipato agli eventi.
“È un Festival che parte dal basso”, afferma Ernesto Kieffer: “Farlo nascere è stato molto complicato e fino a qualche mese fa non eravamo sicuri di poterlo fare. Alla fine ne è valsa la pena: siamo una piccola testata e ci auguriamo di crescere negli anni anche attraverso questo festival che ci piacerebbe diventasse un punto di riferimento per la città coinvolgendo anche altre testate locali”.
È un Festival Green
Il FGV ha preso un impegno grande e di altissimo valore sociale, accettando e mettendo in pratica il Protocollo Stop Climate Change ha mandato un segnale chiaro alla comunità veronese dimostrando al contempo che è possibile realizzare un festival sostenibile.
L’impatto da noi stimato è stato rispettato, anzi, grazie all’impegno costante ed all’attenzione degli organizzatori, l’impatto si è ridotto a favore dell’ambiente e della sostenibilità del festival.
A coronare questo impegno nella serata tutta al femminile, che il Festival ha dedicato al giornalismo interculturale, all’alterità ed al giornalismo di guerra, Laura Cremonesi in rappresentanza del nostro editore Cremonesi srl, ha Consegnato il premio “Log to Green Press Award, protagonisti del tempo” ad Emanuela Zuccalà per il suo impegno nello scrivere di tematiche di responsabilità sociale e di sostenibilità.
Pensare e ripensare il giornalismo
Il Festival si è svolto dall’1 al 5 luglio, cinque giornate dedicate rispettivamente al giornalismo d’inchiesta e sportivo, al new media journalism e al web, agli esteri e al racconto dalle zone di conflitto, per concludersi con uno sguardo all’editoria e al giornalismo culturale. Ne emerge una riflessione a tutto tondo sulla definizione odierna di “giornalismo” e quale sia il ruolo di chi fa questo mestiere nella società.
Unanimemente si identifica nel giornalista colui che “racconta”. Raccontare la realtà, spiegarla facendo appassionare il lettore, che si tratti del resoconto di un conflitto o una partita di calcio, è il fulcro e il fine ultimo di questo mestiere, che non si deve ridurre al solo fornire una notizia prima degli altri rincorrendo il click.
Pensieri sulla seconda edizione
Si concludono infine cinque giorni di discussione intensi, nell’atmosfera indimenticabile della Dogana di fiume, con un pensiero già alla seconda edizione: “Sarà sicuramente ancora più ampia e trasversale, per non smettere mai di fare autocritica su un mestiere in continua evoluzione” spiega Elena Guerra.
Il pensiero va alla città di Verona, per la quale il Festival è stato pensato: parlare di informazione e farlo nel modo più ampio e inclusivo possibile.
Sergio Cremonesi