La teoria economica definisce l’inquinamento come un’esternalità negativa, in quanto ha un effetto negativo su una o più parti non direttamente coinvolte nella transazione. Quasi sempre, però, le aziende considerano meno costoso inquinare rispetto che trovare altri mezzi di produzione più sostenibili.
Per risolvere questo problema, Pigou (economista inglese di fine ‘800-inizio ‘900) propose una tassa sulle merci la cui produzione era la causa delle esternalità negative.
Proprio da questa idea nacque la tassa sul carbonio.
Cos’è la Carbon Tax
La carbon tax (in italiano tassa sul carbonio) è una tassa sulle risorse energetiche che emettono CO2 (biossido di carbonio) nell’atmosfera. Questa ecotassa è stata valutata preferibile dagli economisti in quanto tassa un “male” anziché un “bene”. È uno strumento di politica fiscale secondo il quale ogni tonnellata di inquinamento da anidride carbonica rilasciata dai combustibili fossili sarà soggetto ad un’aliquota fissata dal governo.
Un gran numero di economisti ritiene, però, che una tassa sul carbonio non impostata su una globale (ma magari solo ad Europa e/o USA) avrebbe un impatto pressoché nullo sulle emissioni inquinanti mondiali e causerebbe semplicemente la stagnazione economica dei Paesi che la imponessero.
In Europa esiste la Carbon Tax?
Si, ecco quali sono i principali Paesi che la impongono:
- Finlandia: è stato il primo Paese al mondo ad introdurla nel 1990. Dal 2010 l’aliquota sul carbonio è pari a 20 euro per tonnellata di CO2 emessa.
- Svezia: dal 1 gennaio 1991, la Svezia ha imposto una tassa sul carbonio di $100 per tonnellata sull’uso di petrolio, carbone, gas naturale, ed altri combustibili inquinanti. Nel 1997 il tasso fu incrementato a $150 per tonnellata di CO2 emesso, ciò ha permesso di tagliare le emissioni di CO2 del 9% tra il 1990 e il 2006.
- Paesi Bassi: è prevista una tassa generale per le emissioni derivanti da tutti i carburanti fossili, le cui aliquote fiscali sono calcolate sia sul contenuto di energia che sugli effetti delle emissioni.
- Norvegia: anche qui la Carbon Tax esiste dal 1991 ma, a differenza della Svezia, le emissioni di carbonio sono aumentate.
- Danimarca: emanata nel 1992, la tassa sul carbonio si applica a tutti i settori utilizzatori di energia. Le emissioni pro capite di CO2 sono diminuite di quasi il 15% nel periodo 1990-2005.
- Svizzera: in Svizzera, questa tassa, esiste dal 2008. Il prelievo include tutti i carburanti fossili.
- Irlanda: una tassa sul petrolio e il gas (43 euro ogni mille litri di petrolio olio e di 41 euro per la bolletta media annua di gas) è entrata in vigore nel 2010.
- Italia: nel nostro paese, la tassa sul carbonio è stata introdotta con l’art. 8 della legge n. 448 del 23 dicembre 1998, ed il disegno di legge è stato approvato il 16 aprile 2012.
E nel resto del mondo?
- Nuova Zelanda: nel 2005 propose una tassa sul carbonio che sarebbe dovuta entrare in vigore dall’aprile 2007 ma, dopo le elezioni politiche del 2005, i partiti minori che appoggiavano il Governo si opposero alla tassa, la quale fu abbandonata nel dicembre 2005.
- Stati Uniti d’America: il presidente Bill Clinton, sostenuto dal vice presidente Al Gore (il quale sostenne l’imposizione di una tassa sul carbonio nel suo libro Earth in the Balance), propose una BTU tax ma, purtroppo, questa non fu mai adottata.
- India: nel 2010 ha introdotto un prelievo sulle estrazioni di carbone. Il governo prevede di incassare 535 milioni di dollari dalla tassa, destinati a finanziare programmi di carattere sociale.
- Costa Rica: anche il Costa Rica nel 1997 ha emanato una tassa sull’inquinamento, fissata al 3,5% del valore di mercato dei combustibili fossili, i cui guadagni vengono utilizzati a tutela delle foreste e delle comunità indigene che vi abitano.
Prospettive future
Il vicepresidente di Legambiente Stefano Ciafani, interpellato dall’Adnkronos, afferma che, in Italia, con una buona carbon tax si potrebbero recuperare oltre 5 miliardi di euro e “si potrebbe gravare di meno sul lavoro e sulle imprese e di più su chi consuma energia e risorse: è la modalità migliore per premiare quelle aziende e cicli produttivi che permettono di rispettare meglio l’ambiente”.
Sergio Cremonesi