Fuori dal nostro Sistema Solare c’è un pianeta, simile alla Terra. Ruota intorno a una stella, più piccola e fredda rispetto al Sole, e nella sua atmosfera è presente vapore acqueo: una scoperta che porta a grandi speranze.
Si tratta di una super-terra, un pianeta con massa di otto volte superiore alla nostra, compresa tra quella della Terra e quella di Nettuno, Ciò che ha fatto scalpore, però, è altro: è il primo pianeta esterno al Sistema Solare in cui sono state riscontrate tracce di acqua e temperature compatibili con la vita.
Forse la Terra non è l’unico abitabile, forse K2-18, questo il nome del pianeta, è un’alternativa alla nostra attuale casa.
C’è solo un piccolo problema: si trova a 110 anni luce dalla Terra.
I pianeti extrasolari
Al momento sono oltre 4000 i pianeti extrasolari scoperti, ma le informazioni sono scarse. Quest’ultima scoperta apre nuove frontiere nell’esplorazione dello spazio ed è un grande passo verso una maggiore comprensione dell’Universo e della sua formazione, ma non dobbiamo illuderci: K2-18 non può essere la nostra nuova casa, non al momento.
La “caccia” ai pianeti abitabili continuerà con nuove generazioni di telescopi spaziali ma non possiamo pensare di poterliraggiungere nel breve periodo. La tecnologia di Star Trek, che in pochi secondi permette di attraversare anni luce, non è ancora disponibile.
Vivere su Marte
Un’alternativa alla Terra potrebbe essere il Pianeta Rosso. Ne abbiamo già parlato, e le ipotesi, i progetti e le soluzioni proposte sono tanti. Una di queste ci porta in Puglia, o meglio, alla sua tradizione. Il progetto, spiegato da Francesco Spina durante il TedX Verona 2018, prevede di usare le risorse che già si trovano su Marte, costruendo muri tramite stampa 3D in modo simile ai trulli pugliesi. Questo ridurrebbe la dipendenza da materiali terrestri, per esempio il materiale trasportato sulla Luna dai razzi è solo lo 0,2% del peso totale del lancio.
Ma non è l’unica alternativa, esiste proprio per questo il Mars City Design. Una competizione che ogni anno esplora le varie possibilità sostenibili di colonizzazione su Marte. Nata dalla visione di Vera Mulvani, è stata fondata nella Silicon Beach a Los Angeles, è un primo passo per immaginare il futuro degli umani su Marte, non solo come ricerca scientifica ma anche come casa. Lo scopo ultimo non è quello di sopravvivere su Marte, ma di creare una comunità sostenibile e realizzabile.
L’alternativa più facile
Tutti questi progetti e ricerche sono importanti, da un punto di vista sia scientifico che culturale, ma non dobbiamo illuderci. I passi da fare sono ancora molti, e potremmo non averne il tempo. Proprio per questo l’alternativa più semplice è forse la migliore: restare sulla Terra, almeno per il momento, e iniziare a rispettarla di più. È improbabile che riusciremo a colonizzare Marte nei prossimi 20 anni, ancora meno raggiungere K2-18. È giusto investire nella ricerca, scoprire nuovi orizzonti e ampliare i confini (sia in senso metaforico che pratico), ma è inutile parlare di “una seconda casa”.
La nostra casa è qui ed è in fiamme.
Silvia Pegurri