Il nostro Pianeta è un organismo complesso, formato da diversi sistemi che dialogano tra loro mantenendo un perfetto equilibrio e anche solo lo sfasamento di uno di questi può causare enormi danni alla biosfera.
Il clima, per esempio, è influenzato da molti fattori, come la temperatura degli oceani o l’azione dell’uomo, ma lo sapevate che anche gli animali contribuiscono a modificare il clima e la qualità dell’aria?
Un lavoro da elefanti
Ebbene sì, gli elefanti hanno una qualità molto preziosa per l’ambiente poiché contribuiscono a diminuire la CO2 nell’aria, come? Mangiando!
Una ricerca attesta il ruolo ecologico degli elefanti: nel 2016 rimanevano poco più di 400.000 elefanti e gli studi confermano che la loro scomparsa avrebbe non solo conseguenze sulla biodiversità, ma su tutto il nostro ecosistema.
Questo interessante aspetto è stato studiato da un gruppo di ricerca dell’Università di Saint Louis che ha provato a calcolare quale sarebbe l’impatto sul clima mondiale se il Loxodonta africana (l’elefante africano) sparisse.
I risultati non sono di certo rassicuranti: gli elefanti, infatti, si nutrono di cespugli e piante, prediligendo quelle a crescita più rapida, che vengono divorate e anche calpestate durante i pasti e questo comportamento fa spazio ad altre piante, a crescita più lenta. E adesso vi spieghiamo come questo migliora l’aria.
Alberi per catturare la CO2
Il team, guidato da Fabio Berzaghi, ha scoperto che gli alberi a crescita lenta hanno il tronco più denso di lignina, un polimero a base di carbonio. Più lignina c’è nel tronco di un albero maggiore è la sua capacità di assorbire carbonio dall’atmosfera, aumentando così la sua efficacia nel combattere il cambiamento climatico.
Nel corso dei secoli, grazie alla loro opera di selezione, gli elefanti hanno contribuito a popolare le foreste africane di alberi secolari che hanno una straordinaria capacità di accumulare carbonio.
Semplicemente nutrendosi, gli elefanti africani contribuiscono a tenere pulita l’atmosfera – un lavoro che equivale a circa 43 miliardi di dollari in opere e investimenti per l’uomo -. È dunque evidente che la scomparsa dell’elefante non solo causerebbe stravolgimenti epocali nelle foreste africane, ma comprometterebbe addirittura la nostra lotta al cambiamento climatico.
Gli elefanti fanno bene anche alle piante
Un altro team di ricercatori dell’Università della Florida, con un’indagine durata tre anni e condotta nella giungla della Thailandia, ha studiato il ruolo dei pachidermi nel disperdere, attraverso gli escrementi, i semi dell’albero di Miliusa horsfieldii e la salute di questa specie vegetale.
Il risultato della ricerca ha confermato che è talmente stretto il legame tra piante e animali trasportatori di semi che l’eventuale scomparsa dell’Elephas maximus potrebbe far aumentare di 10 volte la probabilità che questi alberi si estinguano nel giro di un centinaio di anni. Questo metterebbe in pericolo, con un effetto a cascata, anche la biodiversità di quelle zone.
Come proteggere gli elefanti
Anche se è ormai chiaro lo stretto rapporto che c’è tra elefanti, piante e clima, il numero di questi preziosi animali continua a diminuire, complici diverse cause tra le quali il commercio dell’avorio e la deforestazione che stanno portando l’animale all’estinzione.
Il WWF calcola che circa 20.000 elefanti africani vengano uccisi dai bracconieri ogni anno, ma il problema non è solo la caccia, ma anche la riduzione dell’habitat di questo animale, causata dell’antropizzazione di molte aree.
Come proteggere questi giganti buoni che fanno anche bene all’ambiente? Costruendo nuove riserve, applicando in modo severo le leggi nazionali di protezione, garantendo dei “corridoi” fra le foreste per facilitare le migrazioni e rendendo più facile la convivenza tra uomini ed elefanti, che in molte zone vengono considerati una minaccia all’agricoltura, giustificandone così l’uccisione.
Ma ricordiamoci che una statuetta d’avorio o una magica medicina cinese non valgono una boccata d’aria pulita.
Lucrezia Melissari