Quando si parla di robot e automazione spesso l’attenzione si sofferma su come l’integrazione di macchine complesse nell’ambito lavorativo diminuirà il numero del personale, a vantaggio di un’ottimizzazione dei costi e dell’efficienza produttiva. Ma sarà davvero solo questo?
La maggior parte dei robot complessi sono per il momento destinati a lavori di fabbrica e siamo ancora lontani dall’averli come compagni di vita. Certo dai cellulare alle lavatrici, le macchine ci aiutano a svolgere molti compiti, ma le loro funzioni sono limitate ai loro scopi di programmazione.
Nel prossimo futuro le macchine potranno aiutarci, speriamo, a salvare il Pianeta: come? Migliorando l’uso delle risorse e quindi puntando a più ampi obiettivi di sostenibilità.
Produrre in modo sostenibile
Quello dello sviluppo sostenibile è un concetto che è stato introdotto a partire dagli anni ‘80 per rispondere alle problematiche legate ad impatto ambientale, sviluppo economico, globalizzazione e disuguaglianze.
Produrre in modo sostenibile vuol dire creare beni e servizi utilizzando processi e sistemi che non inquinano – o cercano di ridurre l’inquinamento -, ottimizzando l’uso di energia e risorse nel rispetto di produttori e consumatori: una definizione complessa che estende la sostenibilità dall’ambito ambientale a quello economico e sociale.
Produrre meglio, risparmiando
I robot, una volta programmati da esperti, possono svolgere un’infinità di compiti senza sosta e con efficienza: possono tagliare del materiale al millimetro producendo più stampi da un unico pezzo, ridurre al minimo gli errori, dosare le quantità di prodotto riducendo gli sprechi, senza contare che possono lavorare al buio o in ambienti non climatizzati e tutto questo di certo fa risparmiare tempo e denaro.
IDC (una realtà che si occupa del modo in cui pensiamo la tecnologia) prevede che le spese mondiali per la robotica e i servizi correlati raddoppieranno, passando da 91,5 miliardi di dollari nel 2016 a oltre 188 miliardi nel 2020.
Anche i robot stanno cambiando e stanno diventando sempre più efficienti, trasformandosi da strumenti usati dall’uomo in macchine autonome, capaci – entro degli schemi – di lavorare in modo da aumentare l’efficienza energetica e la riduzione delle emissioni di anidride carbonica, ma senza sacrificare produttività e convenienza.
Ma i robot sono socialmente sostenibili?
Appurato che i robot di nuova generazione potranno davvero aiutarci a produrre più velocemente e sprecando meno, dal punto di vista sociale, in relazione cioè alle persone, il loro utilizzo sarà sostenibile?
I robot stanno cambiando i luoghi di lavoro, ma se è vero che l’aumento di questi dispositivi diminuirà il numero di personale umano, sta di fatto che le macchine senza chi le programma e ne controlla il corretto funzionamento non sono operative: è troppo presto, quindi, per credere che verremo surclassati dalle macchine; anzi queste potrebbero aiutarci in compiti ripetitivi o pericolosi, riducendo rischi e stress.
Robot di tutti i giorni
Molti scienziati e studiosi stanno già pensando a come potrebbe essere un futuro in cui la convivenza uomo-macchina non sarà solo fantascienza.
A questo proposito l’azienda Alphabet X, sta sviluppando un nuovo robot in grado di smistare la spazzatura dell’ufficio. Hans Peter Brondmo, uno dei fautori del progetto Everyday Robot Project, spiega che il suo sogno è quello di “una nuova era in cui robot e persone interagiranno ogni giorno”.
Le azioni che i robot possono compiere sono infinite, ma vanno addestrati a farlo, in questo senso Brondmo dice che perché le macchine imparino davvero servirà “insegnare” loro più che programmarle, fare insomma capire alle macchine quale azione sia corretta e quale no, in modo che la memorizzino per il futuro.
La scienza dimostra, ancora una volta, che può aiutare gli uomini a creare un futuro più sostenibile, ma non dimentichiamo che questo progresso deve essere orientato da una bussola morale, nel rispetto di tutti.
Lucrezia Melissari