Noi stiamo con la scienza.
I ricercatori del California’s Lawrence Livermore National Laboratory sono sicuri: al 99,999% i cambiamenti climatici sono causati dall’uomo. Lo studio, che ha preso in esame i dati inviati dai satelliti negli ultimi 40 anni, secondo il team di esperti non lascia spazio a interpretazioni e consolida la convinzione che sia stata l’umanità a compromettere (quasi) inesorabilmente la salute della Terra: ci sarebbe appena una possibilità su un milione che i cambiamenti climatici possano essere causati da altri fattori. Allevamenti, deforestazione, combustibili fossili, rifiuti difficili da smaltire: sono queste le cause del deterioramento della Terra e, come si legge nell’analisi condotta dal laboratorio californiano, “L’umanità non può permettersi di ignorare segnali così chiari”.
Questo è solo l’ultimo di una lunga serie di studi che collegano i cambiamenti climatici all’azione dell’uomo, ma nonostante questo c’è chi si ostina a negare non solo le nostre responsabilità, ma addirittura il riscaldamento globale nel suo complesso. Com’è possibile?
I dubbi di Trump.
Negare i cambiamenti climatici è di per sé pericoloso, ma le cose si complicano ulteriormente quando a farlo è il Presidente di una superpotenza mondiale. La Casa Bianca, secondo il Washington Post, sta mettendo insieme un team di scienziati negazionisti, per rivedere al ribasso le valutazioni sui cambiamenti climatici e il riscaldamento del pianeta e, allo stesso tempo, smentire la convinzione che la combustione di carboni fossili abbia effetti negativi sull’ambiente. Già in passato Trump si era dimostrato scettico verso i cambiamenti climatici, ma questa volta l’approccio preoccupa maggiormente: se, in passato, le sue dichiarazioni sul tema sono sembrate “semplicemente” superficiali e non supportate da sufficienti studi o riflessioni, questa volta ha deciso di utilizzare la ricerca come arma. La versione ufficiale della Casa Bianca, stando sempre a quanto hanno riportato i media americani, sarebbe quella di offrire ai cittadini la possibilità di sentire entrambe le versioni e maturare in autonomia una propria idea. Ma siamo sicuri sia questa la ragione per cui si vuole creare questo pool di negazionisti? Gli interessi economici non hanno davvero nulla a che fare con questa iniziativa? Difficile credere che sia così.
La Global Warming Policy Foundation.
C’è un’associazione, fondata nel 2009, che sostiene che la Terra stia vivendo un periodo caldo ciclico, molto simile se non uguale ad altri visti in passato, causato da variazioni naturali. L’associazione è formata da persone con background diverso e non si conoscono i suoi finanziatori, anche se l’associazione ha sempre dichiarato che nessuna delle persone coinvolte ha interessi legati ai combustibili fossili. Sul sito dell’organizzazione, nella sezione dedicata alle notizie, si leggono frasi come “Gli orsi polari continuano a prosperare” oppure “Il rapido abbandono del carbone è un delirio”.
Il negazionismo e la confusione tra meteo e clima.
“Senti che freddo, non mi sembra ci sia poi tutto questo riscaldamento globale”. Una battuta, forse. Ma non troppo. In molti, in questi anni, si sono nascosti dietro a frasi come questa per manifestare le loro perplessità verso il riscaldamento globale, dimostrando di fatto una certa confusione tra meteo e clima.
La mancanza della percezione di un pericolo concreto, inoltre, accentua il rischio che la salute del pianeta risulti una priorità di pochi mentre, come più volte sottolineato negli articoli di Log to Green, abbiamo bisogno di azioni concrete da parte di tutti per poter fare la differenza.
Una luce.
Se lo scenario fosse composto solo da questi elementi, la situazione per la Terra, e di conseguenza per noi, sarebbe davvero tragica. Per fortuna però ci sono anche le storie belle e gli esempi positivi, di chi non nega il problema ma ha deciso di affrontarlo: studiosi che cercano di fronteggiare i cambiamenti climatici, innovatori che trovano nuove soluzioni tecnologiche, aziende che credono e investono nel settore dell’energia green e tanti giovani che hanno ancora fiducia nel futuro. Sono i ragazzi di cui ho parlato il mese scorso, sono quelli che in queste settimane stanno raccogliendo l’appello di Greta Thunberg e stanno manifestando per l’ambiente in moltissime città, anche in Italia.
Anche loro, come noi, stanno con la scienza.
Thomas Ducato