Ormai Natale e tutte le festività sono finite e noi abbiamo già sentenziato “da domani a dieta”.
Ogni anno ci riproponiamo di rimetterci in forma dopo le feste natalizie nel quale abbiamo abusato di dolci, ma quanto è stato sostenibile il nostro Natale? Tra panettoni, pandori, torroni e dolci tipici di ogni regione la nostra sensibilità green che fine ha fatto quest’anno?
Purtroppo in questo periodo dell’anno oltre a godere della buona tavola e delle tradizioni, sprechiamo anche di più.
Una ricerca condotta attraverso il test dei “Diari di famiglia” promosso dal progetto Reduce del Ministero dell’Ambiente – Università di Bologna DISTAL con la campagna Spreco Zero ha rilevato che lo spreco settimanale pro-capite è di 700,7g; equivalente a 3,76€; che all’anno procapite diventano 196 € per un totale nazionale di quasi 12 miliardi (11.858.314.935€ per l’esattezza), che corrisponde allo 0,69% del PIL (PIL 2017 Valori a prezzi correnti fonte ISTAT).
La ricerca ha inoltre indagato sulle cause dello spreco:
- 1 italiano su 2 (45,8%) dichiara “di non aver fatto in tempo a consumare il cibo”.
- 1 italiano su 4 (25,8 %) ha dichiarato che non gradiva il cibo acquistato e per questo non lo ha consumato.
- 1 italiano su 5 (18,2 % ) ne aveva cucinato troppo.
Cosa sprechiamo soprattutto?
La verdura è saldamente al top del cibo gettato (24,9 %), quindi frutta (15,6 %), latte e latticini (17, 6 %), prodotti da forno (11,6 %).
Tuttavia, ci sono dolci natalizi che sprecarli è proprio impossibile e sono quelli dove il profumo delle cose genuine, della tradizione e del rispetto per i tempi e gli ingredienti sono punti di forza riconosciuti.
Sono dolci che hanno una marcia in più, questa estate abbiamo conosciuto Luca dal Corso, uno dei soci di Infermentum e oggi vi raccontiamo questa realtà che, per la sua storia, sta entrando di diritto nel panorama dei dolci artigianali da ricorrenza e che orgogliosamente arriva dalla provincia veronese.
Il green, l’attenzione all’ambiente e alla sostenibilità come sfida per i prossimi anni.
Li abbiamo incontrati in occasione di un evento sportivo e ci siamo innamorati dei loro profumi.
“Infermentum – come ci racconta Luca – è il nome che abbiamo scelto deriva da fermentum che vuol dire lievito in latino IN fementum è un gioco di parole per un’azienda in continua evoluzione, in fermento che lavora proprio con il cuore del nostro prodotto che è il lievito madre. Ci è piaciuto ed è nato il nome Infermentum.”
Panettoni e pandori sono fatti con lievito madre, l’acqua fresca della Lessinia da sicuramente quel tocco in più che rende ogni prodotto speciale. Quest’anno sono entrati tra i migliori 10 produttori di dolci da ricorrenza artigianali per numerose riviste di food&beverage. Quattro trentenni, Francesco Borioli, Luca Dal Corso, Daniele Massella ed Elisa Dalle Pezze partiti con la produzione nel 2014 di 500 panettoni e sono arrivati in 4 anni ad una produzione di oltre 27.000 panettoni ed affermarsi grazie alla loro passione per i lievitati, alle materie prime selezionate e all’attenzione all’ambiente non solo per la produzione ma anche per il packaging studiato per essere riutilizzato in modo creativo e inaspettato.
“La prossima sfida sarà quella di creare un progetto insieme ai produttori locali, per avere materie prime del territorio che vadano bene per la nostra tipologia di produzione per lavorarlo nel nostro laboratorio. Marroni della lessinia, burro con caratteristiche adatte alle grandi produzioni, canditi e molto altro.”
Per fortuna il profumo dei loro dolci e dei loro biscotti non si esaurisce con le feste di natale, la loro torta alle rose è buona tutto l’anno e tra poco inizieranno la produzione delle colombe.
Laura Cremonesi