Territorio e informazione: il racconto dell’ambiente attraverso le piattaforme multimediali
Nell’era del cinema “prêt-à-porter” e della massima disponibilità dei nostri contenuti preferiti, Netflix risulta essere la piattaforma multimediale più famosa al mondo per la dieta mediatica della maggior parte della popolazione mondiale. Tra “La Casa di Carta” e “Stranger Things”, l’azienda statunitense continua a collezionare successi con produzioni originali rivolte a ogni genere di target, cercando di interessare i suoi utenti e suggerendo loro ciò che preferiscono, basandosi sui loro gusti e sulle loro abitudini di fruizione.

Il Nostro Pianeta
Da sempre, nel mondo della comunicazione mediatica, “intrattenere” significa anche fare informazione e divulgare conoscenza. È per questo che non ci si dovrebbe esimere dal racconto delle condizioni ambientali tramite piattaforme digitali accessibili a tutti gli utenti.
È il caso della scelta fatta dai produttori di “Our Planet” (conosciuto in Italia come “il nostro Pianeta”) e di “One Strange Rock”, le due docuserie distribuite in catalogo da Netflix che stanno conquistando tutti gli utenti della famosa piattaforma digitale.
Tra divulgazione e spettacolo
Le due serie si presentano da sole: la prima puntata de “Il nostro Pianeta” si apre con la voce narrante di David Attenborough (in italiano doppiato da Dario Penne) che annuncia: “Questa serie celebrerà quelle meraviglie naturali rimaste sul pianeta che ci mostrano ciò che dobbiamo preservare per assicurare prosperità alla natura e all’umanità”. È proprio questo il fine del documentario: mostrare cosa abbiamo sempre avuto sul nostro pianeta e cosa stiamo rischiando di perdere.
Partendo dal mondo terracqueo in origine, molti anni prima degli insediamenti umani, la serie approfondisce le abitudini animali di ogni habitat naturale, studiando biosistemi, migrazioni, cambiamenti climatici e comportamenti inusuali degli ultimi decenni.
Tutto è realizzato senza tralasciare il fascino spettacolare della natura e importanza dei vari ecosistemi.
Netflix, inoltre, presenta in catalogo anche il Backstage della serie, che racconta in meno di un’ora l’esperienza compiuta dalla troupe per realizzare il documentario: un lavoro di circa quattro anni, interessante spunto di riflessione, ricco di testimonianze narranti la relazione tra i cameraman e i vari scenari naturali in cui sono state svolte le riprese.
Guardare la Terra dallo spazio
Stesso tema ma diversa modalità di racconto per “One Strange Rock: Pianeta Terra”, uno storytelling incentrato su effetti scenici, montaggi evocativi e notevoli stimoli visivi e sonori accompagnati dalla conduzione magistrale di Will Smith, prodotto da Nutopia e da Darren Aronofsky per National Geographic.

One Strange Rock
La docufiction si incentra sul punto di vista di chi ha potuto osservare davvero la Terra nella sua piena interezza: gli astronauti. Attraverso i loro racconti si indaga sull’importanza di caratteristiche organiche fondamentali del nostro pianeta che spesso dimentichiamo o diamo per scontate, come la presenza di acqua, la distribuzione equilibrata di componenti di azoto e di ossigeno nell’aria che respiriamo, la luce, il calore e l’energia solare. Partecipano al racconto uomini e donne impegnati nei diversi mestieri sconosciuti relativi al monitoraggio e allo studio di componenti climatiche precise perché l’essere umano possa convivere con esse, evitando calamità naturali e disastri fuori controllo.
Contenuti brevi, seriali e tematici, fruibili e disponibili a tutti, caratteristiche importanti per educare i giovani e coinvolgere un pubblico di tutte le età, rendendo la visione un’opportunità di condivisione anche all’interno del nucleo familiare.
Suggerendo la serie “Il nostro Pianeta” a prescindere dal genere filmico preferito dell’utente, Netflix ha dunque colto quanto sia importante sensibilizzare attraverso i nuovi canali di comunicazione multimediali, per favorire un coinvolgimento sempre più interessato e diffuso, e informare sfruttando il linguaggio e i mezzi della nuova frontiera dell’entertainment.
Giovanna Delvino