La birra piace sempre di più agli italiani. A dirlo sono i dati diffusi da Coldiretti il 3 agosto, in occasione della “Giornata internazionale della birra”: il settore ha registrato un +3% dei consumi nel primo semestre 2018, con oltre 238 milioni di litri bevuti e con un’ulteriore progressione rispetto al +8% ottenuto nel 2017. Se il trend sarà mantenuto, Coldiretti ha stimato che la spesa totale delle famiglie italiane nel 2018 raggiungerà per la prima volta il miliardo di euro. Numeri importanti, resi possibili anche dal boom dei birrifici artigianali, quadruplicati negli ultimi dieci anni, passati da poco più di 200 a oltre 860. Tra questi c’è anche Lesster, nato nel 2012 in provincia di Verona, più precisamente in Lessinia, da un gruppo di amici con la passione per la buona birra e per i piccoli laboratori artigianali. Una realtà cresciuta in modo importante i questi sei anni (tanto che ha cambiato da poco sede per aumentare la produzione) e che strizza l’occhio all’ambiente. In occasione di AltaLessinia Outdays abbiamo incontrato Mattia Marreddu, responsabile commerciale e marketing di Lesster, e gli abbiamo chiesto di raccontarci la loro idea di “birra sostenibile”.
Come è nata l’idea di fondare un birrificio artigianale in Lessinia?
Il nostro birrificio nasce nel 2012 grazie all’aiuto di un’associazione di imprenditori della Lessinia e della Valpantena, Innoval, che sosteneva start up e nuove attività del territorio. In Lessinia mancava un birrificio e così è nata l’idea di fondare Lesster. La produzione è stata da subito affidata alle mani di un mastro birraio, autodidatta ma preparato, e grazie all’investimento dei soci sono stati acquistati gli strumenti per poter partire. I primi anni sono stati di rodaggio, ma sono serviti per imparare tante cose. Dal 2014-2015 siamo usciti bene sul mercato, abbiamo raccolto un buon numero di clienti e posso dire che siamo diventati una vera e propria azienda.
Un’azienda che ha un’attenzione particolare all’ambiente. In che modo siete un birrificio artigianale sostenibile?

Lesster
Abbiamo una visione fortemente sostenibile, è vero. Per produrre la birra utilizziamo al 100% energia rinnovabile. Siamo stati anche premiati da Legambiente nel 2017 perché siamo uno dei due birrifici in Italia con questa peculiarità. Ma è un tema, quello ambientale, in cui ci impegniamo a 360 gradi: per esempio doniamo le trebbie, lo scarto dell’orzo che utilizziamo per la produzione, a un allevatore locale, in modo che venga dato agli animali e abbia così nuova vita. Inoltre, per le birre stagionali, cerchiamo di utilizzare prodotti locali a Km 0, come il luppolo selvatico, che cresce spontaneamente in Lessinia e utilizziamo per una birra natalizia, o il miele e le castagne, sempre della Lessinia, che sono stati usati per altre due birre “speciali”. Infine, in azienda prestiamo massima attenzione alla differenziazione dei rifiuti.
Come è nato il desiderio di realizzare una birra sostenibile?
Amiamo la Lessinia e tutto il nostro territorio. Qui la gente “viene a prendere l’aria buona”, come si usa dire: siamo consapevoli di essere in una zona verde e ancora abbastanza incontaminata, bisogna averne rispetto. Vogliamo offrire ai clienti un prodotto locale e di qualità, che sia un valore aggiunto per il nostro territorio e non una “minaccia” al suo ambiente.
Che rapporto avete, dunque, con la Lessinia?
È un legame forte. Per esempio, abbiamo spostato da poco la nostra sede, quella di prima era troppo piccola per sostenere l’aumento di produzione, ma siamo rimasti in zona: da Lugo ci siamo spostati a Stallavena, proprio alle porte della Lessinia. Proprio per questo rapporto e questo legame siamo molto felici di partecipare agli eventi locali come gli AltaLessinia Outdays, un’iniziativa che promuove sport all’aria aperta. Niente di più bello!
Thomas Ducato