Il mese scorso si è conclusa la 113 edizione di Fieragricola, storica rassegna sul mondo agricolo organizzata da VeronaFiere. Con la redazione di Log to Green sono andata a scoprire le 42 foglie dell’innovazione assegnate da l’Informatore Agrario e Fieragricola per la seconda edizione del “premio Innovazione”.
Il premio innovazione nasce dalla volontà di premiare quelle aziende che portano in fiera prodotti, tecnologie, sistemi e software in grado di migliorare efficacemente l’attività agricola per resa, sostenibilità ambientale, efficienza tecnica e qualità. Una commissione specializzata ha valutato i progetti presentati dalle oltre 1000 aziende presenti in fiera e ne ha premiati 42, consegnando 15 foglie d’oro e 27 foglie d’argento.
Per Antonio Boschetti, direttore de L’Informatore Agrario: “L’innovazione in campo agricolo è tra le leve più determinanti per il prossimo futuro e non solo in termini di efficienza del comparto. Perseguire un’agricoltura 4.0, infatti, significa anche innalzare il livello di qualità di tutta la filiera produttiva, accelerando così l’ammodernamento e la competitività di un sistema agricolo che in Italia vale complessivamente 260 miliardi di euro con oltre 1,5 milioni di imprese – tra agricole e zootecniche – presenti su tutto il territorio”.

Foto di Elizabeth Lies
Le foglie dell’innovazione hanno premiato produttori che in campo agricolo stanno attuando una vera e propria “rivoluzione agricola”, come l’ha definita Giovanni Mantovani, ceo di VeronaFiera, ne siamo convinti anche noi di Log To Green tuttavia, curiosa come sono, sono andata a cercare qualche dato su questa rivoluzione, l’ho trovato in una ricerca di Nomisma in collaborazione con Fieragricola. Lo studio fotografa 10 anni di agricoltura, i numeri in valore assoluto non sono incoraggianti, la crisi ha lasciato fuori dal mercato circa 180 mila imprese, ma è buona la tenuta del valore aggiunto e un valore medio della produzione per azienda cresciuto dell’88 per cento.
Per l’agricoltura la crisi ha fatto da acceleratore nella struttura, nei processi e nella competitività delle imprese agricole italiane, alla stregua di un selezionatore naturale che ha sostanzialmente espulso le aziende più deboli. L’uscita dal mercato, in dieci anni, di quasi il 20% delle imprese agricole, in buona parte a conduzione diretta, ha coinciso infatti con diversi salti di qualità: dal valore della produzione, alla crescita (del 58%) della superficie media per azienda, alla produttività che, con 36mila euro per addetto, è oggi quasi il doppio rispetto alla media Ue. Inoltre, fa ben sperare sia l’ulteriore incremento delle aziende a conduzione femminile – oggi al 20% contro una media Ue del 13% – e gli incoraggianti ultimi sviluppi di imprese under 35, a +14% negli ultimi 18 mesi.
Il settore agricolo è poi il primo ad adattarsi ai cambiamenti di consumi e comportamenti. Secondo lo studio Fieragricola-Nomisma negli anni pre e post-crisi è cambiata la struttura, ma anche la congiuntura; una rivoluzione condotta da una domanda che ha ridotto tutti i consumi alimentari (-10,7% in media). A fare in parte da contraltare, il boom del biologico – cresciuto nella Gdo del 160% e nei campi del 56% – unitamente alla crescita dei prodotti a marchio (+87%).
Per il direttore area Agroalimentare di Nomisma, Denis Pantini: «Nel prossimo futuro i produttori avranno bisogno di nuovi strumenti – finanziari e di gestione del rischio – per combattere volatilità dei prezzi ed effetti nefasti del cambiamento climatico e modelli organizzativi per rafforzare la competitività ed integrare maggiormente la loro posizione nella filiera. Da questo punto di vista, lo sviluppo tecnologico e la digitalizzazione potranno favorire l’implementazione di modelli produttivi più efficienti».

Foto di Zbysiu Rodak
È proprio in questo momento che il premio innovazione assume una maggior rilevanza e diventa un faro che traccia la giusta direzione per il mondo agricolo che vuole essere protagonista dello sviluppo post crisi. Le aziende premiate vanno tutte in questa direzione, dare all’impresa agricola gli strumenti per essere competitiva nel prossimo futuro, io li ho suddivisi in quattro categorie:
* Macchinari: tra queste foglie d’oro e d’argento troviamo i trattori che riducono il raggio di sterzo nella svolta limitando il danneggiamento del sottosuolo, riducendo i giri del volante da quattro a uno diminuendo cosi l’affaticamento del conducente o che presentano caratteristiche innovative di comfort nell’abitacolo, seminatrici che aumentano la precisione svolgono altre attività che consentono di passare sul terreno una sola volta, come la pacciamatura, anche quella bio, o prima della semina preparare il letto e interrare il fertilizzante, carri per la raccolta guidati a ultrasuoni, che con un unico sistema raccolgono i residui ligneo-cellulosi trinciano e caricano, Sistemi per i trattamenti fitosanitari guidati a distanza per non esporre l’operatore al contatto diretto con il prodotto, sempre a distanza un macchinario con braccio telescopico viene guidato per pulire i pali più velocemente e senza stressare la pianta, ranghinatori che si basano su un pick-up flessibile che migliorano l’adattamento al terreno.
* Software: i premi sono stati consegnati a quegli strumenti che aiutano a gestire al meglio i macchinari, metterli in comunicazione tra loro, controllarli per prevenire furti o utilizzi fuori dalla programmazione, registrare il funzionamento ed eventuali anomalie cosi da anticipare gli interventi di assistenza o evitare possibili fermi macchina, tracciare e mappare il terreno, analizzare i livelli di sostanze organiche che di fatto digitalizzano l’azienda agricola per permetterle una gestione più efficiente, un maggior controllo, qualità e una programmazione predittiva.
* Qualità del prodotto finale: in questa categoria inserisco quelle tecnologie e strumenti che permettono di avere un prodotto agricolo controllato e di qualità. Uno di questi premi è andato ad un sistema di trappola per insetti che permette di catturarli, monitorarli a distanza e incrociarli con parametri climatici, è stato premiato anche un nuovo funghicida che agisce sul microparassitismo diretto, sull’attivazione delle difese naturali della pianta e sulla crescita stessa. Un’ altra foglia è andata ad un dispositivo per triturare gli stocchi (la parte di pianta del mais che non viene tagliata durante la raccolta) che vengono resi non abitabili da un insetto, la piralide, che colpise il mais. Questo dispositivo permette di risparmiare in prodotti fitosanitari.
* Sostenibilità ambientale: hanno ottenuto una foglia d’innovazione i produttori di centrali a biogas per allevatori di piccole dimensioni, che aggiungono la climatizzazione nelle stalle per un miglior comfort nelle stagioni calde degli animali o che utilizzano la refrigerazione attiva a flusso controllato per migliorare la qualità del latte ed evitare il ghiacciamento dell’unità di condenzasione e per finire lampade a led che offrono una buona illuminazione per stimolare alla produzione di latte.
L’innovazione però che mi ha più colpito è un sistema integrato che permette di pesare, analizzare stampare un codice RFID, tracciare le caratteristiche del foraggio per gli animali e la messa sotto vuoto dell’alimento. Gli effetti positivi? l’informazione.
Ovvero l’allevatore avrà a disposizione le caratteristiche di ciò che l’animale sta mangiando (peso, data e luogo di raccolta, analisi chimico-fisiche come proteine, sostanza secca, amido, digeribilità, ecc,ecc) e grazie al sottovuoto un alimento dal pH stabile e una miglior gestione e prestazione della mandria.
In sintesi cosa ho imparato da questo salto nella rivoluzione agricola:

Foto di Dominic Dreier
- L’attenzione alla terra è il punto di partenza per tutto perché ciò che coltiviamo mangiamo.
- La qualità passa attraverso innovazioni semplici ma geniali e il premio dell’Informatore Agrario ne da risalto.
- Verona è polo innovativo per eccellenza in campo agricolo qui si sono svolti 120 convegni, incontrati 33 paesi, oltre 1000 espositori, 980 animali presenti in esposizione.
- La sostenibilità in questo settore è imprescindibile e nel DNA di ogni azienda.
- Le mucche che partecipano ai concorsi per le migliori razze hanno il parrucchiere personale, ma questa è un’altra storia.
Laura Cremonesi