Tra le norme approvate il 15 ottobre dalla Legge di bilancio vi è l’aumento della tassazione sugli imballaggi di plastica per promuovere sostenibilità e rispetto dell’ambiente. Dal primo giugno 2020, infatti, il governo introdurrà una tassa di un euro per ogni chilo di imballaggio di plastica, misura che si abbina agli incentivi per i prodotti sfusi già previsti dal decreto Clima, con l’obiettivo di favorire abitudini più eco-sostenibili.
Ma non è l’unica contromisura proposta dal Governo: è in programma, infatti, anche l’eliminazione del beneficio sul gasolio per veicoli Euro3 + Euro4 (dal 2021) e una tassa per prodotti inquinanti impiegati per la produzione di energia.
La plastic tax sarà applicata su imballaggi, contenitori monouso, come bottiglie, e sul polistirolo, ma non toccherà la plastica riciclata, che sarà esentata. Lo ha annunciato il vice ministro dell’Economia Laura Castelli, anticipando che la tassa sarà introdotta a partire da metà 2020 per offrire il tempo alle 5mila aziende che operano nel settore di adeguarsi alle nuove direttive.
Castelli ha spiegato che la tassa sulla plastica e garantirà nel 2020, nei sei mesi in cui sarà attiva, un miliardo di gettito. «Impatterà per pochi centesimi, perché il peso di imballaggi e contenitori su cui si applica è minimo», ha sottolineato. «Noi ci crediamo, non è una punizione per l’industria del settore – ha aggiunto il viceministro – considerando che c’è il superammortamento per la sostituzione dei vecchi macchinari che funziona in questo senso e quindi è coerente con Industria 4.0». Il Piano Nazionale Industria 4.0 è, infatti, un programma che offre alle aziende italiane strumenti per cogliere le opportunità dell’innovazione e del digitale, focalizzandosi su iniziative, misure, finanziamenti e agevolazioni fiscali per favorire gli investimenti per la competitività in ottica ecosostenibile.
Quanto costa ai cittadini?
La plastic tax, però, sarà un’imposta che graverà sui cittadini, che dovranno fare i conti con prodotti rincarati dai maggiori costi sugli imballaggi. L’Osservatorio Nazionale Federconsumatori ha calcolato che, se, come è facilmente ipotizzabile, verrà scaricata in larga parte sui prezzi finali dei prodotti con imballaggi in plastica, ogni famiglia dovrà far fronte ad una maggiorazione della spesa di 138,77 Euro annui.
I dubbi
Si tratta di una tassa che potrebbe non contribuire a una reale svolta: per indurre sul lato della produzione un incisivo cambiamento nella scelta dei materiali degli imballaggi dovrebbe essere necessario incentivare la riconversione della plastica verso produzioni riciclabili. Inoltre, è fondamentale prevedere misure di contrasto al packaging eccessivo: a volte, prima di arrivare a scartare un prodotto, ci si trova davanti degli imballaggi esagerati che risultano dannosi per l’ambiente.
Nonostante le perplessità sembra che il Governo stia mantenendo delle politiche industriali coerenti, in grado di determinare una riconversione verde dell’economia: è ora di incentivare i comportamenti virtuosi di cittadini ed imprese, per imprimere un reale, decisivo e necessario cambiamento.
Benedetta Bassi