Quando le cose funzionano è giusto sottolinearlo. Spesso, sulle pagine web di questo magazine, abbiamo criticato l’immobilismo di governi, aziende e cittadini sui temi ambientali: uno stallo preoccupante, soprattutto in relazione alla gravità della situazione. Allo stesso tempo, però, è fondamentale evidenziare piccoli progressi, buone pratiche e notizie positive, per lanciare un messaggio agli irresponsabili e dimostrare che un futuro per la Terra è ancora possibile. Ed è per questo che, con un certo orgoglio, possiamo dire che il nostro tricolore è un po’ più verde: tra valorizzazione della tecnologia ambientale, agricoltura sostenibile e finanziamenti per le energie rinnovabili, l’Italia ha qualcosa per cui gioire, seppur timidamente.
Arrivano i rinforzi
Semaforo verde dalla Commissione europea per il piano di aiuti messo a punto dall’Italia per agevolare l’utilizzo delle fonti rinnovabili per la produzione di energia elettrica. Un totale di 5,4 miliardi, che permetteranno il nostro Paese a introdurre incentivi per sostenere la produzione di energia elettrica da settori come l’eolico, il fotovoltaico, l’idroelettrico e il biogas. La Commissione ha ritenuto il piano italiano in linea con gli obiettivi europei in tema ambientale: un lavoro ben realizzato, dunque, che ci permetterà di portare il nostro contributo alla lotta ai cambiamenti climatici a livello continentale.
La speranza ora è che questi soldi vengano utilizzati nel modo corretto, ma questa è un’altra storia.
Tecnologia a favore dell’ambiente: c’è anche l’Italia
Il ministro dell’Ambiente Sergio Costa, circa una settimana fa a margine di una missione politica in Cina, si è soffermato sul valore di ricerca scientifica e tecnologie al servizio delle sfide ambientali, settore in cui l’Italia vuole porsi come leader e con un partner d’eccezione. “Italia e Cina – ha detto Costa – hanno iniziato un percorso insieme fatto di confronto e scambio che è molto promettente per raggiungere obiettivi ambiziosi di sostenibilità. Dobbiamo lavorare affinché le nostre tecnologie vengano usate nelle industrie internazionali per combattere l’inquinamento. Non possiamo lasciare indietro i ricercatori universitari e occorre incentivare la triangolazione tra Stato, ricerca tecnologica e sviluppo sostenibile”.
Possono sembrare dichiarazioni scontate, ma i fatti ci dicono che purtroppo non lo sono. Ricerca scientifica e tematiche ambientali sono state per troppo tempo accomunate da tagli e dalla miopia della classe dirigente, che non ne ha mai valorizzato le potenzialità: che sia davvero giunto il momento di invertire questa tragica tendenza?
L’agricoltura italiana è “medaglia verde” a livello europeo
L’agricoltura italiana produce il 46% di emissioni in meno della media europea. Il nostro Paese, proprio in questo settore storico e fondamentale per la nostra economia, può assumere un ruolo da protagonista nella lotta ai cambiamenti climatici. I dati di Coldiretti e Fondazione Symbola, inoltre, dicono che l’Italia ha il minor numero di prodotti agroalimentari con residui di pesticidi ed è leader nella produzione bio. E anche in prospettiva siamo messi piuttosto bene: siamo ai vertici anche per il numero di giovani che lavorano in agricoltura. E, più in generale, tutta la bioeconomia nostrana se la passa piuttosto bene: ottimo fatturato e grandi prospettive di crescita.
La lotta ai cambiamenti climatici sarà lunga e impegnativa ed è ancora ai blocchi di partenza: quelli raccontati sopra sono solo dei piccoli segnali, buone intenzioni e future possibilità. È presto per “cantare vittoria” o parlare di risultati raggiunti, ma è giusto citare anche piccoli (grandi) progressi. Le notizie negative corrono veloci, quelle positive faticano a emergere. Quando le cose funzionano, o quanto meno sono sui giusti binari, è giusto sottolinearlo.
Thomas Ducato