Gli esperimenti delle maggiori agenzie spaziali del pianeta, tra cui la NASA, l’ESA e la cinese CNSA, sono orientati a sviluppare tecnologie che non solo riusciranno a rendere possibile la scoperta dello spazio, ma che nel breve periodo potranno migliorare la vita sulla Terra. Come? Riportando sul nostro pianeta i risultati di lunghi studi fatti spesso a migliaia di km da esso. Ad oggi interessanti innovazioni riguardano la scienza agraria che sta progredendo con l’obiettivo di aumentare resa, resistenza e velocità di crescita del raccolto per rispondere al sovraffollamento della Terra e al suo clima sempre più instabile.
Hanno avuto vita breve i semi di cotone germogliati sulla Luna
Dal 3 gennaio 2019 il lander cinese Chang’e-4 si trova sul lato nascosto della Luna, nei pressi del cratere Von Karman, per svolgere alcune ricerche sui campioni della superficie rocciosa, ma la novità è che il lander trasporta anche una mini biosfera terrestre, ricreata in un contenitore metallico pensato per testare i processi di fotosintesi e respirazione, e al suo interno ci sono semi di cotone, di colza, patata e arabetta. Il 15 gennaio tutti i Social Network e le Agenzie di stampa hanno annunciato che i semi di cotone a bordo del lander sono germogliati, accrescendo l’entusiasmo di esperti e profani per questo grande traguardo.
Purtroppo le rigidissime temperature della notte lunare hanno congelato le piantine, che non riuscite a sopravvivere a -52°C. La vera sfida, infatti, oltre a garantire una riserva di acqua, ossigeno e nutrienti nell’ambiente chiuso e autonomo della scatola, era quella di garantire una temperatura favorevole per la crescita delle piante, contro quelle esterne che oscillano tra i -190 e i 100 °C. Il risultato segna comunque un primato assoluto: è la prima volta che un qualsiasi tipo di materia biologica sia cresciuta sulla Luna, per quanto molte piante, animali e colture siano state studiate sulla Stazione Spaziale Internazionale.
Serre hi-tech, uno studio di Enea per coltivare in condizioni estreme
Gli esperimenti che vengono fatti in spazio extra-terrestre sono il frutto di anni di studi condotti dai più famosi centri di ricerca internazionali. Uno di questi è il Centro ricerche Enea (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile) che sta approntando degli esperimenti per testare il comportamento delle piante in ambiente di stress, con lo scopo di trovare modalità di coltivazione innovative che possano quindi adattarsi ai climi più estremi e rispondere al fabbisogno di sempre più persone.
I ricercatori stanno studiando ̶ anche attraverso l’utilizzo dell’elettronica organica e delle sorgenti luminose Oled che consentono una coltivazione “di precisione” in grado di fornire alle piante una luce con lunghezze d’onda selezionate ̶ gli effetti che gli ambienti estremi possono avere sulla crescita e sulle qualità nutrizionali delle piante. In laboratorio è stata realizzata una serra hi-tech, dotata di un innovativo sistema di illuminazione a led, con l’obiettivo di riuscire a coltivare anche in ambienti privi delle caratteristiche fondamentali per la crescita, come i luoghi chiusi (ad esempio all’interno dei fabbricati) ed estremi (come sulle navicelle spaziali), aprendo interessanti prospettive per il futuro dell’agricoltura.
Il progetto EDEN ISS
Finanziato dal programma Horizon 2020 dell’Unione Europea, il progetto EDEN ISS ha l’obiettivo di ricercare sistemi di produzione del cibo adatti alla Stazione Spaziale Internazionale e ai futuri veicoli e avamposti planetari per l’esplorazione spaziale. Questo studio, condotto in parte nella stazione Neumayer III in Antartide, prevede lo sviluppo di tecnologie per la produzione e la crescita controllata di cibo e risorse in ambiente chiuso e in condizioni estreme per garantire la sostenibilità della vita degli astronauti. Per risultati spaziali ci vorrà ancora un po’ di tempo, ma già nel breve periodo queste ricerche potrebbero produrre benefici per l’agricoltura terrestre, fornendo nuovi tipi e modalità di coltivazione in grado di resistere e svilupparsi anche in regioni con condizioni climatiche estreme.
Lucrezia Melissari
1 Commento
Ottimo brava come sempre