Nell’ambito dell’edilizia in questi ultimi anni ci sono state una serie di normative, le quali vengono anche regolarmente aggiornate tutt’ora, riguardanti il risparmio energetico.
Alcune di queste norme impongono requisiti come, ad esempio per quanto riguarda le nuove costruzioni, una classe energetica minima da raggiungere e un valore limite della trasmittanza delle pareti (la misura della quantità di calore che passa attraverso 1 mq di una superficie nell’arco di un’ora, quando la differenza di temperatura dell’aria aderente alle due facce della parete è pari a 1 grado kelvin).
Per rispettare questi valori limite, o anche solo per effettuare una riqualificazione energetica, il più delle volte si è costretti a ricorrere all’installazione di un cappotto termico.
Cos’è il cappotto termico
Il cappotto termico (o isolamento a cappotto) è una metodologia di isolamento degli edifici che consiste nell’installazione di uno strato di materiale isolante (dal punto di vista termico e/o acustico) posto sull’involucro all’interno o all’esterno degli edifici.
Questa tipologia di isolamento, se costruito in modo adeguato e con i corretti materiali, ostacola la fuoriuscita del calore dagli edifici in inverno, e l’entrata del calore in estate.
Come viene installato
Il montaggio di questo “cappotto” consiste nell’applicare dei pannelli o degli strati composti da materiali isolanti incollandoli e tassellandoli alle pareti, solai e tetti.
Una volta fatto ciò, verrà effettuata la rasatura e verrà dato un intonaco creato appositamente per i cappotti.
Questo processo può richiedere diversi mesi a seconda della superficie da isolare e dai materiali utilizzati.
Le tipologie di cappotto
Esistono tre diversi modi per costruire un isolamento a cappotto ognuno con i propri pro e contro:
- Il cappotto esterno
- Il cappotto interno
- L’insufflaggio
Il cappotto esterno
L’isolamento a cappotto esterno è l’applicazione più diffusa, e si installa ponendo il materiale isolante sulla parte esterna delle pareti perimetrali. Questo cappotto ha il vantaggio di non intaccare gli interni dell’edificio che si vuole isolare ma, soprattutto nel caso dei condomini, ci sono spese riguardanti le impalcature e l’installazione dei pannelli a rilevanti altezze dal suolo.
Il cappotto termico interno
Questa tipologia consiste nel porre gli strati di materiale isolante sulle pareti interne degli edifici.
Questa pratica è spesso utilizzata in costruzioni in cui la facciata esterna è sottoposta a vincoli (come quello storico-artistico ad esempio), o nei condomini se un solo condomino è interessato ad isolare il proprio appartamento.
In questo caso, il grosso svantaggio sta nel fatto di dover ridurre la superficie dell’appartamento per poter costruire lo strato isolante del cappotto.
L’insufflaggio
L’insufflaggio è una tecnica di isolamento che viene utilizzata quando, per vari motivi, è impossibile posizionare un normale cappotto termico esterno o interno.
In questo caso non ci sono pannelli di materiali isolanti da incollare alle superfici, ma vengono utilizzati dei particolari materiali isolanti (come ad esempio la cellulosa) che vengono “soffiati” nelle intercapedini delle pareti insieme ad un collante che amalgami il tutto.
Non sempre però si ha a disposizione una intercapedine adatta ad ospitare l’isolante e non è semplice garantire l’omogeneità di isolamento.
Il cappotto termico conviene economicamente?
Il prezzo di un rivestimento a cappotto termico dipende da molti fattori.
Il principale aspetti da tenere in considerazione è legato alle caratteristiche e allo spessore del materiale utilizzato, il quale a sua volta dipende dalla zona climatica in cui sorge l’edificio e dalle caratteristiche originali della parete.
Per quanto riguarda l’aspetto economico, però, ci vengono in aiuto le detrazioni fiscali. L’Ecobonus permette di avere una detrazione fiscale in 10 anni che varia dal 65% al 75% delle spese relative al cappotto termico. Secondo numerosi, studi in Italia il riscaldamento degli edifici è responsabile del più del 50% delle emissioni inquinanti globali di CO2.
Investendo in questo tipo di interventi di riqualificazione energetica, oltre ad avere un tempo di ritorno economico quasi sempre inferiore ai 10 anni, possiamo anche dare un sensibile aiuto all’ambiente, limitando in modo importante l’inquinamento causato dagli impianti di riscaldamento.
Sergio Cremonesi