Quante volte abbiamo osservato drammatiche scene riguardanti lo scioglimento di ghiacciai? E quante di queste volte dopo pochi minuti passati a scuotere la testa con disappunto siamo tornati alle nostre abitudinarie attività, senza pensarci più di tanto e senza soffermarci su quanto visto?
Il film Icemelted Park ironizza sulla nostra stessa capacità di ridicolizzare un problema serio come il cambiamento climatico. Utilizzando le clip che raccontano lo scioglimento dei ghiacciai dall’Argentina all’Alaska, passando per la Groenlandia e il Canada, si porta la visione alla esagerata spettacolarizzare del fenomeno in un montaggio intelligente e un gioco di raccordi sonori e visivi. I video tratti da materiale d’archivio della NASA e da pubblicati sul web diventano uno scenario descritto come meraviglioso e gradevole: esattamente come in un parco giochi, Icemelted Park si incentra sulla risata e sul divertimento, con voiceover inutilmente felici di contrasto per criticare in maniera sprezzante il nostro modo di osservare il pianeta morire senza fare nulla per cambiare le cose, come se non ci appartenesse, come se non fosse reale. Come se i video che raccontano quello che succede alla nostra Terra e che cercano di comunicarci il disastro ambientale in corso fossero un’attrazione di un parco di divertimenti, appunto, di breve durata, creati appositamente per il nostro giubilo, da commentare mentre si mangia un panino o si cammina con un amico. Qual è l’aspetto peggiore? Alcuni degli audio delle clip sono reali. Nessun montaggio a posteriori ma il reale divertimento di fronte ad un maestoso iceberg che viene distrutto dal cambiamento climatico creando il disastro ambientale che quotidianamente viviamo. Un corto realizzato con la tecnica del Found Footage, purtroppo non solo visivo.
Disturbante? Sì. Terrificante? Anche
La drammatica ironia incornicia le varie clip, interrotte da immaginari spot pubblicitari, raccomandazioni tipiche di un parco giochi e pause per passare a differenti modalità di visione. La musica rilassante accompagna un momento di pausa dallo “show” in cui viene mostrata una mappa del “Parco divertimenti”: un planisfero con le zone maggiormente colpite dal cambiamento climatico illustrate come una normale zona da visitare piacevolmente. Provocatorio, irriverente, un esempio eclatante di montaggio sperimentale.
“ è come se fosse un grandissimo suicidio che stiamo facendo, creando, noi stessi.” dichiara Liliana Colombo.
L’ammirazione e il distacco degli immaginari utenti del parco di divertimenti vengono ostentati in un’esagerata narrazione inverosimile delle reazioni ai video; ciò porta a riflettere e ad interrogarci: è poi tanto diversa la nostra reazione quando osserviamo gli stessi video al tg o sul web, mentre ci viene comunicato che anche quest’anno lo scioglimento dei ghiacciai non garantisce l’equilibrio climatico del nostro pianeta? Quanto ci soffermiamo ad analizzare la situazione? Quanto ci prendiamo le responsabilità delle possibili scelte alternative da compiere?
“Affascinante” continuano a urlare le voci fuori campo mentre i video riguardanti il pericoloso danno ambientale scorrono sullo schermo; una satira che porta ad un’amara riflessione su quanto la morte del nostro pianeta, per molti, non ci riguardi. Come una disturbante puntata di Black Mirror che racconta qualcosa che conosciamo ma che crediamo non ci appartenga perché gli attori, gli eventi e le inquadrature somigliano alla realtà, la descrivono e la riportano fedelmente, ma sono sullo schermo e la cosa ci basta per “tranquillizzarci”; così il film di Liliana Colombo ci sembra tanto assurdo, impossibile, provocatorio, quanto incredibile specchio del nostro quotidiano: siamo noi i veri registi di quei video. Siamo noi a causare il cambiamento climatico che viviamo, quotidianamente, a piccole dosi.
“Con questo sarcasmo un po’ dark ho voluto dire: rendiamoci un po’ conto di quello che sta succedendo, stiamo ridendo davanti alla disgrazia più grande” sostiene la regista durante l’intervista di Log to Green.
L’obiettivo dell’artista arriva dritto al cuore. Il messaggio è chiaro, deciso, spalmato in più di trenta minuti di urla felici che aumentano il senso di colpa, crescente, durante tutta la durata della visione.
Possiamo cambiare le cose. Possiamo agire di conseguenza consapevolizzare il fatto che un nostro intervento possa cambiare le cose a più di mille miglia da noi.
Come? Grazie a dei piccoli accorgimenti e al rispetto per l’ambiente; e grazie ad una comunicazione precisa ed attenta riguardante l’argomento. La stessa che Liliana Colombo ha compiuto nel dirigere questo innovativo ed efficace film d’avanguardia.
Giovanna Delvino