I governi del mondo occidentale sono stati costretti, a causa dei dati sul riscaldamento globale, sulla carenza di risorse alimentari ed energetiche e sull’instabilità socio-economica, ad ammettere l’importanza dei temi ambientali e ad attuare strategie economiche sostenibili e rispettose dell’ambiente. Questo perché dagli anni ’70 del secolo scorso si è diffusa in tutto il mondo una maggiore sensibilità per le tematiche ambientali anche grazie alla formazione dei Partiti Verdi, che con il tempo hanno conquistato voti nella maggior parte dei paesi democratici dal Canada al Perù, dall’Irlanda al Sudafrica.
Silent Spring e la nascita dei Partiti Verdi
Sulla spinta degli effetti inquinanti dello sviluppo industriale nacquero i primi dibattiti politici incentrati sul tema della sostenibilità. Queste polemiche avevano preso forma dopo la pubblicazione nel 1962 del libro di Rachel Carson “Silent Spring” che criticava l’uso indiscriminato dei fitofarmaci e stimolò il nascere di una legislazione orientata alla tutela dell’ambiente.
I primi partiti verdi della storia, fondati sui pilastri della giustizia sociale, della democrazia partecipativa, della non violenza e del supporto per le cause dell’ambiente, furono il “Gruppo Tasmania Unita” (United Tasmania Group, U.T.G.) nato in Australia nel 1972, mentre in Europa il primo partito ambientalista fu fondato in Gran Bretagna nel 1973 e prese il nome di Green party.
La crescita del movimento verde è stata sostenuta dal riconoscimento da parte dei cittadini della grave crisi ecologica che affligge il nostro pianeta. Negli anni Sessanta e Settanta sono state sollevate forti preoccupazioni sulla proliferazione delle armi nucleari e l’uso della fusione atomica come fonte energetica, negli anni Ottanta sulle piogge acide, nei Novanta sul buco nell’ozono e la deforestazione e adesso sul cambiamento climatico e il riscaldamento globale.
Il partito verde che raggiunse per primo un posto di rilievo nazionale è stato il partito de “I Verdi” della Germania fondato nel 1980 e famoso per la sua opposizione al nucleare e come espressione anti-centralista e sostenitore dei valori pacifisti tradizionali del partito, che rimase nella coalizione di governo per diversi anni.
Fra gli altri partiti verdi che hanno partecipato al governo a livello nazionale figurano i Verdi Fiamminghi, L’Ecolo in Belgio, Les Verts in Francia e nei Paesi Bassi la Sinistra Verde fondata nel 1990 dalla fusione di quattro piccoli partiti e che adesso è una fazione stabile nel parlamento olandese.
I Verdi in Italia
In Italia il partito dei Verdi fece la sua comparsa solo nel 1985 e nel 1990 l’unione tra i Verdi Arcobaleno e la Federazione delle Liste Verdi diede vita alla Federazione dei Verdi, che fece suoi gli ideali di salvaguardia dell’ecosistema, di crescita e sviluppo sostenibili, del federalismo democratico e dell’equità nella distribuzione delle risorse. Nel 2007 le molteplici correnti all’interno del partito causarono una rottura che ha portato alcuni appartenenti a confluire ne l’Ulivo e altri nel 2009 a creare il partito Sinistra Ecologia Libertà.
I Partiti Verdi verso le elezioni di maggio
I partiti verdi non sempre si presentano uniti ai grandi appuntamenti internazionali, ma la maggior parte di questi si è alleata nel grande Partito Verde Europeo (European Greens), costituitosi a Roma nel 2004, che insieme ad altre coalizioni ambientaliste e simpatizzanti di sinistra cercherà di far valere le proprie ragioni nelle elezioni europee di maggio, provando a ottenere il maggior numero di seggi, attraverso la sensibilizzazione dei cittadini europei sulle problematiche ambientali.
Gli sforzi dei movimenti ambientalisti hanno portato a grandi risultati nelle politiche ambientali, come la creazione dell’Agenzia Europea dell’Ambiente, lo sviluppo e l’applicazione di norme sulla protezione del territorio, lo sviluppo di aree protette e l’introduzione di sistemi di tassazione dei rifiuti o emissioni, come la carbon tax, dimostrando come la tutela del pianeta non possa essere solo un programma politico.
Lucrezia Melissari