Per alcuni si tratta di una vera e propria invasione, per altri di un nuovo modo per spostarsi nei centri urbani. L’arrivo di servizi di sharing di monopattini elettrici in molte città italiane è stato accolto con sentimenti differenti dai cittadini e dalle amministrazioni, ma è chiaro rappresenti una piccola rivoluzione. Da Verona a Palermo, passando per Milano, dove i monopattini sono pronti a tornare a dicembre dopo molti “tira e molla” del Comune, le vie si sono popolate di questi mezzi come già accaduto in altre città d’Europa e del mondo.
Passa anche da qui la via per un futuro più sostenibile delle città. Ma siamo pronti a questa rivoluzioni? Le leggi e i regolamenti sono al passo con lo sviluppo tecnologico e i cambiamenti sociali in atto?
I dati non sorridono, le soluzioni servono
Difficile dire oggi se questa sarà solo una moda passeggera o una tendenza destinata, con il tempo, a lasciare un impatto significativo. Ciò che è certo, però, è che servono soluzioni e risposte concrete all’inquinamento nei centri urbani: complessivamente nell’Unione Europea lo smog è responsabile di 372mila decessi prematuri l’anno. A sostenerlo sono i dati contenuti nel rapporto sulla qualità dell’aria (2000-2017) diffuso dall’Agenzia europea per l’ambiente. Lo studio mostra una situazione in miglioramento rispetto al 2015 ma i numeri restano allarmanti, soprattutto per l’Italia: il Bel Paese, infatti, è tristemente primo in Europa per morti da biossido di azoto (NO2) con circa 14.600 vittime all’anno ed è nel gruppo di quelli che sforano sistematicamente i limiti di legge per i principali inquinanti atmosferici. Torino contende a Parigi e Londra il primato di città europea più inquinata da NO2 e, tra le città più piccole, Padova si segnala per l’alta concentrazione media di PM2,5 e PM10.
E-mobility: non solo monopattini. Ma la sicurezza?
Mobilità sostenibile spesso fa rima con elettrico. I monopattini sono solo uno dei mezzi a emissioni 0 che popolano le nostre città: dalle biciclette ai motorini, passando per skateboard e Hoverboat sono molti i mezzi a emissioni zero che si propongono come alternativi a quelli tradizionali ed inquinanti. Sembrerebbe tutto fantastico, se non fosse per i problemi di sicurezza che sono emersi e continuano a manifestarsi. Silenziosi e veloci, quanto meno molto più di pedoni e biciclette, questi veicoli non hanno, almeno in Italia, regolamentazioni chiare, univoche e stringenti. Proprio per questo alcune amministrazioni sono dovute ricorrere a contromisure e multe per gestire la situazione: a Torino, per esempio, le contravvenzioni legate a un uso scorretto dei monopattini elettrici possono arrivare a superare i mille Euro.
L’esempio della Francia
L’invasione pacifica (o quasi) dei monopattini elettrici non riguarda solo l’Italia. In Francia, dove questi mezzi sono diffusi da tempo (nella sola Parigi si contano oggi circa 15.000 monopattini elettrici), di recente si è deciso di applicare regolamentazioni più stringenti per limitare gli incidenti e garantire la sicurezza. Limite di velocità a 25 km/h, divieto di circolare sui marciapiedi, guida vietata ai minori di 12 anni. Basteranno per disciplinare gli utenti e a controllare la mobilità? Speriamo di sì, prima che la situazione sfugga di mano.
Servono soluzioni concrete e alternative valide ai mezzi tradizionali: la rivoluzione green della mobilità urbana, in Italia e nel mondo, è un’urgenza che non possiamo più tardare ad affrontare. Se quella dei monopattini e degli altri mezzi elettrici sarà un trend destinato ad affermarsi a livello globale ce lo dirà solo il tempo: servono però regole concrete e precise per gestire questo nuovo fenomeno e permettergli di diffondersi mantenendo allo stesso tempo elevati standard di sicurezza.
I monopattini elettrici devono essere visti come un nuovo mezzo sostenibile per spostarsi nei centri urbani e non come i protagonisti di una pericolosa invasione.
Thomas Ducato