Da anni, nel mondo, la nuova frontiera dell’energia eolica sono gli impianti offshore.
Andiamo a vedere in cosa consistono questi parchi, ma prima, facciamo un rapido ripasso di che cos’è l’energia eolica.
L’energia eolica è considerata una fonte rinnovabile in quanto il vento sarà sempre presente fin tanto che ci sarà l’irraggiamento solare sulla terra. Il principio che sta alla base della produzione di energia elettrica eolica è che l’energia cinetica del vento venga trasformata in energia meccanica tramite la rotazione delle pale. Queste pale eoliche sono collegate ad un rotore che trasmette all’albero una rotazione, questa rotazione viene poi passata ad un generatore che genera corrente elettrica. Lo sfruttamento del vento, però, è possibile solamente nei luoghi dove si verificano delle condizioni anemometriche favorevoli.
EOLICO OFFSHORE
Le installazioni offshore sono le formazioni di turbine eoliche dislocate in mare aperto. Considerando uno sfruttamento su larga scala dell’energia del vento, gli aerogeneratori offshore presentano grandi vantaggi:

Foto di repertorio
– Il vento è più continuo.
– Il vento è più intenso.
– Nessun vincolo paesaggistico.
– Nessun problema per quanto riguarda l’inquinamento visivo.
– Nessun problema per quanto riguarda l’inquinamento acustico.
L’unica pecca sono i costi di costruzione lievemente maggiori per la marinizzazione delle turbine. Questi impianti possono essere installati anche dove la profondità marina è molto elevata, sfruttando lo stesso principio delle piattaforme petrolifere. Le pale eoliche galleggianti, invece, vengono disposte in mare aperto e ancorate al fondale in tre punti con cavi in acciaio.
NEL MONDO
Il nuovo report di Navigant Research Offshore Wind Market e Project Assessment 2017, analizza i trend mondiali dell’energia del vento, e afferma che oggi, nel mondo, sono installati 17,6 GW di eolico offshore. Secondo Bloomberg New Energy Finance il mercato eolico offshore globale è destinato ad aumentare del 16% all’anno dal 2018 al 2030, arrivando ad una capacità totale di 115 GW.
Dal 2016 ad oggi il settore ha aggiunto altri 3,3 GW alla rete e altri 7,9 GW sono già in fase di sviluppo. Alla fine del 2016 l’88% di tutti gli impianti eolici offshore si trovava al largo delle coste di dieci paesi europei, il restante 12% era suddiviso tra Cina, Giappone, Corea del Sud e Stati Uniti.
Gran parte della crescita però si trova in Europa, infatti, il nostro continente, possiede nelle sue acque 15,8 GW dei 17,6 GW totali. In Europa l’eolico offshore sta divenendo una delle fonti energetiche più convenienti, ed è soprattutto in mano a Gran Bretagna, Germania, Belgio, Finlandia e Francia.
IN EUROPA
La Germania ha iniziato a costruire impianti offshore nel 2002 e prevede di arrivare al 15% della produzione totale entro il 2022. Ad agosto 2016 la Gran Bretagna ha approvato la costruzione di quello che sarà il più grande parco eolico offshore del mondo, composto da 300 turbine eoliche disposte su un’area di 480 chilometri quadrati nel Mare del Nord. Questo impianto fornirà 1.800 MW di energia elettrica a circa 1,8 milioni di case britanniche e genererà 1.960 posti di lavoro nel settore delle costruzioni e altri 500 legati alla gestione operativa dell’impianto e alla manutenzione.
In Europa è proprio il Regno Unito a ospitare la maggiore quantità di eolico offshore con 5 GW, ovvero il 46% del totale.
IN ITALIA
L’Italia possiede 11.700 km quadrati di superficie marina che potrebbe ospitare l’eolico offshore. I luoghi più adatti sono soprattutto in centro e sud Italia, con in testa la Puglia. Nel Belpaese attualmente non è presente alcun impianto offshore, ma è iniziata la realizzazione di quello che sarà il primo parco offshore d’Italia e del Mediterraneo, con una potenza di 30 MW, che dovrebbe iniziare a produrre nell’autunno del 2018. Il progetto prevede dieci turbine (ciascuna con un’altezza di 100 metri) per una produzione annuale prevista di 80 GWh e sorgerà al largo del porto di Taranto.
IMPATTO AMBIENTALE
In diverse nazioni cominciano ad esserci degli studi riguardanti i parchi eolici. La posizione in mare aperto degli impianti riduce i problemi di impatto estetico ed acustico perché le turbine eoliche sono localizzate oltre la linea dell’orizzonte visibile, ad almeno 3 km dalla costa.

Foto di Markus Spiske
Alcuni ricercatori ritengono che la costruzione di piattaforme e sistemi di piloni e cavi sottomarini potrebbe creare zone di ripopolamento e di biodiversità sui fondali, come successe per gli ancoraggi delle piattaforme petrolifere. Gli unici effetti negativi possono essere causati dalle rotazioni delle pale e dal loro rumore subacqueo, ma nonostante ciò i risultati non indicano effetti a breve termine. Addirittura alcuni tipi di pesci sembrano trovare riparo all’interno del complesso e nelle vicinanze delle pale sono aumentati i cormorani!
PROIEZIONI PER IL FUTURO
L’eolico offshore europeo ha intrapreso la strada verso la grid parity. In soli due anni i prezzi dell’energia si sono dimezzati raggiungendo livelli storici per il Vecchio Continente.
Questo trend potrebbe portare l’eolico offshore ad essere competitivo con le altre fonti energetiche nell’arco di un decennio. Il governo olandese stima che entro il 2026 i progetti in mare aperto non avranno bisogno più di alcun sussidio.
La McKinsey ha elaborato alcune proiezioni sul futuro a breve termine dell’eolico offshore, individuando i settori in cui è possibile agire per ridurre i costi. Questi studi potrebbero portare ad una riduzione dei costi fino al 68% rispetto a quelli del 2010, rendendo questa tecnologia una valida alternativa alle fonti energetiche di oggi.
Alessandro Biasia