È stato annunciato di recente che a Los Angeles saranno piantati 90mila alberi entro la fine del 2021, con l’obiettivo di espandere ulteriormente quella che è la più grande foresta urbana di tutti gli Stati Uniti, che oggi conta 700mila arbusti.
La megalopoli americana, con i suoi 80mila chilometri di strade e autostrade che si snodano su una superficie complessiva di oltre mille chilometri quadrati, è stata, fino a non molti decenni fa, una vera e propria capitale dell’inquinamento atmosferico causato dalle automobili (e non solo). A partire dagli anni Settanta, la città ha deciso di invertire la rotta, complici i valori dell’ambientalismo che hanno iniziato a radicarsi nella società civile e politica, con il partito dei Verdi in netta maggioranza.
Da allora, le emissioni inquinanti sono gradualmente diminuite, in parte grazie alle rigide normative per la riduzione dei gas di scarico dei veicoli, in parte grazie all’aumento del verde cittadino. Il programma di piantumazione appena annunciato dal sindaco Eric Garcetti costituisce un ulteriore passo avanti in questa direzione: gli alberi servono a migliorare la qualità dell’aria e, al tempo stesso, contribuiscono ad affrontare la crisi climatica, garantendo un abbassamento delle temperature.
A conferma dell’importanza di questa iniziativa, ad agosto è stato nominata la prima “city forest officer”, Rachel Malarich, con il compito di monitorare e garantire la crescita della foresta urbana. Per lei, le aree verdi non contribuiscono soltanto a rendere una città più vivibile e piacevole, ma rappresentano una chiave per “proteggere le popolazioni vulnerabili, migliorare la salute pubblica e accrescere il benessere di ogni cittadino”.
La messa a dimora di nuovi 90mila alberi rappresenta soltanto uno dei molti punti del Sustainable city pLAn, il programma che mira a rendere Los Angeles sempre più sostenibile, prevedendo azioni e obiettivi a breve e lungo termine che ruotano intorno a tre macro aree: environment, economy ed equity.
Quando si parla di ambiente, non solo il verde cittadino ha un’importanza primaria, ma anche la questione idrologica. Da sempre, Los Angeles è costretta ad affrontare periodi più o meno brevi di siccità che la rendono dipendente dall’acqua importata: oggi, la città lavora duramente per raccogliere, pulire e usare in modo sicuro ed efficiente le acque piovane, creando contemporaneamente cultura sulla necessità di ridurre al minimo gli sprechi. Sforzi notevoli sono compiuti anche nell’ambito delle energie pulite (con un numero sempre maggiore di impianti solari e, per contro, un graduale abbandono dei combustibili fossili).
Il concetto di “equity” riguarda l’accesso, garantito a tutti i cittadini, a quartieri in cui si viva bene. Vivere bene significa a sua volta respirare aria pulita, disporre di parchi e spazi “selvaggi” e usufruire di mezzi pubblici efficienti.
Infine, quando si arriva all’economia, Los Angeles è in prima linea nella creazione di opportunità lavorative nell’ambito sostenibile. Si parla, infatti, di “green jobs”: lavori nel settore dell’efficienza energetica e idrologica, dei trasporti pubblici ecologici oppure del cosiddetto “clean tech”, per uno sviluppo tecnologico a tinte verdi.
Elisa Pino