“Una quarantina di anni fa ho avuto un colpo di fortuna: ho incontrato Barcellona”. Se a scriverlo è stato il critico e saggista Robert Hughes, be’… Chi siamo noi per non fidarci?
Situata lungo costa orientale della Spagna, a due passi dal mare da una parte, dalle montagne dall’altra, Barcellona non ha bisogno di grandi presentazioni: capitale della Catalogna, seconda città più grande della nazione e tra le aree maggiormente popolate dell’intera Europa.
Viva, pulsante, colorata, questa metropoli non si limita a essere il luogo perfetto per fare fiesta, in perfetto spirito spagnolo, a ogni ora del giorno e della notte. Vastissima è infatti l’offerta di musei da visitare, monumenti da ammirare a bocca aperta, piazze in cui godersi lunghe passeggiate; per non parlare dei tantissimi vicoli da scoprire, dei suggestivi localini in cui gustare una squisita paella, delle spiagge mozzafiato, dei meravigliosi parchi. Quello Guell, per esempio, realizzato da Antoni Gaudì e vera e propria opera d’arte, in cui natura ed estro creativo si fondono per dare vita a uno dei patrimoni dell’umanità dell’UNESCO. E immancabile è, naturalmente, la salita sul monte Montjuïc, da cui l’intera Barcellona si mostra davanti ai nostri occhi in tutta la sua magnificenza. Barcellona, però, non si distingue soltanto per la sua bellezza, ma anche per il suo impegno green.

Foto di Biel Morro
Nel 2002, Barcellona ha dato vita alla sua Agenda 21. Per capire meglio di cosa stiamo parlando è doveroso fare un passo indietro: infatti, l’espressione Agenda 21 era stata coniata dieci anni prima, durante l’Earth Summit di Rio de Janeiro del 1992, per indicare il piano d’azione che ogni Paese avrebbe dovuto mettere in pratica per salvaguardare il pianeta e l’economia. Il presupposto alla base del programma è concettualmente semplice: sfruttare le risorse naturali credendole illimitate è quanto di più errato possa esserci ed è necessario cominciare a pensare a nuove forme di sviluppo, capaci di soddisfare i bisogni delle generazioni presenti senza compromettere quelle future. Ebbene, nel 2002 Barcellona ha fatto suo questo piano, varandone una versione locale che ha ricevuto il supporto di gran parte dei cittadini ed è stato approvato all’unanimità dall’amministrazione.
Il piano Agenda 21 – di durata decennale – è terminato nel 2012, ma non è rimasto privo di eredi: a succederlo, l’ambizioso programma dall’area Ecologìa, Urbanismo y Movildad di Barcellona. Gli obiettivi principali sono: preservare ed esaltare il patrimonio naturale della città; massimizzare i servizi sostenibili, incrementando al tempo stesso il valore che i cittadini danno agli stessi; mettere la città nella condizione di affrontare al meglio fenomeni naturali come il cambiamento climatico. Perché? Per creare un ambiente e una società capaci di rispondere alle sfide del futuro. Come? Attraverso azioni trasversali, che coinvolgono cittadini e istituzioni e riguardano ogni aspetto della vita della metropoli.
Per esempio, grande importanza è data alla mobilità sostenibile, incoraggiata (anche) attraverso Bicing, un sistema conveniente ed efficace che favorisce gli spostamenti in bicicletta: paghi un economico abbonamento annuo e puoi usare in qualunque momento i mezzi a due ruote messi a disposizione. Introdotto nel 2007, Bicing è oggi usato da migliaia di persone e la sua richiesta è sempre in crescita. Con lo stesso scopo – ovvero ridurre l’inquinamento – la città sta lavorando per incrementare i percorsi dei tram e per promuovere l’uso di bus a bassa emissione di Co2. E a proposito di mezzi di trasporto pubblico: Barcellona dispone già di due bus totalmente elettrici, e a breve ne saranno introdotti altri sette.

Foto di Alexandre Perotto
Altro aspetto importante, all’interno del programma, è l’architettura. Si parla, infatti, di “Urbanismo para los barrios”, ovvero “Piano urbano per i quartieri”: pur essendo una metropoli di vastissime dimensioni, Barcellona vuole garantire coesione e unità tra i suoi diversi quartieri. Lo scopo è garantire a ognuno di essi lo stesso sviluppo e le stesse opportunità, creando in ogni angolo della città degli spazi di “condivisione sociale” a supporto del benessere di ogni residente.
Non finisce qua, però. Fondamentali sono anche il verde e la biodiversità della città. A loro supporto, è stato varato il Greenery and Biodiversity Plan 2012-2020, che si prefigge l’obiettivo di proteggere e migliorare le aree verdi di Barcellona, permettendo a ognuno di goderne. Dal 2012 a oggi, grazie a questo programma, sono stati piantati 235.000 alberi e creati 54 nuovi spazi di “interesse naturale” nel centro della città. E questi non sono che alcuni degli impressionanti risultati ottenuti.
Naturalmente, non poteva mancare una parte del piano interamente dedicata all’energia; a occuparsene è l’Agengia de Energia de Barcellona, un consorzio che comprende diverse istituzioni cittadine, come il Consiglio, l’Università e l’Istituto dell’Energia della Catalogna. Il consorzio vuole ottimizzare l’uso e la gestione dell’energia della città; in particolare punta a ridurne il consumo, con l’obiettivo di arrivare a coprirlo – in un futuro prossimo – soltanto con energia proveniente da fonti rinnovabili, specie sole, vento e biomassa. Per riuscire in quella che è stata definita “transizione energetica”, la città ha messo in atto alcune importanti misure, tra cui aumentare del 10% la produzione di energia elettrica rinnovabile e fornire a oltre 20.000 famiglie elettricità pulita.
Bella e brava, Barcellona!
Elisa Pino