Nel cuore di Singapore è stata recentemente inaugurata una vera e propria giungla urbana: 400mila metri quadrati in cui edilizia e spazi verdi convivono in un perfetto equilibrio. Marina One, questo il nome del complesso, ospita uffici, abitazioni e attività commerciali, situati all’interno di quattro alte torri. Al centro, un’oasi con migliaia di piante e persino una cascata. Si tratta di giardini tridimensionali che si sviluppano su più piani, dove trovano spazio 350 specie diverse di vegetali e 700 di alberi, una varietà che riflette quella della flora tropicale.
Il progetto, realizzato dallo studio di architetti tedesco Ingenhoven, è stato infatti pensato appositamente per i tropici, dove le città crescono a velocità sostenuta e dove il bisogno di trovare soluzioni di sviluppo sostenibile si fa sempre più impellente.
Marina One si è aggiudicato il MIPIM Award 2018 come Best innovative green building. Oltre all’interazione tra gli edifici e il giardino, che facilita la ventilazione naturale e genera un piacevole microclima, come dichiarato dai creatori del progetto, il quartiere è strutturato in modo da essere in tutto e per tutto sostenibile. È attrezzato, infatti, con sistemi di ventilazione a risparmio energetico, dispositivi di schermatura solare e vetri particolari, capaci di ridurre la radiazione del sole negli edifici. Inoltre, per evitare le emissioni di anidride carbonica dovute alle auto, l’area è dotata di fermate di autobus e collegamenti diretti alle linee di trasporto veloce, parcheggi per biciclette e stazioni di ricarica elettromeccaniche.
Marina One non fa che confermare la grande attenzione che Singapore presta all’ambiente. Nel 2016, è stata eletta seconda città al mondo per i suoi “green buildings”; nell’ultima classifica di DualCitizenLLC, stilata lo stesso anno, si è aggiudicata il quinto posto. Preceduta soltanto da Copenhagen, Stoccolma, Vancouver e Oslo, Singapore è quindi la città asiatica più sostenibile e più lungimirante. Molti sono gli obiettivi che si prefigge da qui al 2030, come avere un’efficienza energetica del 35% e garantire ad almeno l’80% delle famiglie una stazione ferroviaria che disti non più di dieci di minuti a piedi da casa.
Un altro ambizioso proposito della città è ottenere una certificazione green per l’80% dei suoi edifici, cercando di fare ancora meglio rispetto al passato. In una megalopoli come Singapore, che oggi conta oltre 5 milioni di abitanti e la cui popolazione è destinata a crescere ancora, il futuro deve necessariamente prevedere strutture, pubbliche e private, a bassissimo consumo energetico. E, dal momento che in un Paese tropicale il maggior consumo di energia è dovuto al caldo, pannelli solari, sistemi di condizionamento intelligenti e vernici che schermino il calore – espedienti usati anche per Marina One – sembrano essere le uniche soluzioni possibili.

Foto di Douglas Sanchez
Grande impegno da parte della città anche nella lotta all’inquinamento atmosferico. Alla fine del 2017, il governo di Singapore aveva annunciato che le nuove automobili private sarebbero state bandite a partire dall’anno successivo. Così è stato: il numero di macchine è infatti “congelato”, mentre aumentano gli investimenti nel trasporto pubblico.
“La nostra strategia ha l’obiettivo di costruire una città vivibile e sostenibile, attraverso delle politiche pragmatiche basate su principi economici e scientifici: il focus è sui progetti a lungo termine e la loro effettiva implementazione, e sull’abilità di mobilitare il supporto popolare per il bene comune.”, ha dichiarato Masagos Zulkifli, il ministro dell’ambiente di Singapore. Un approccio che si è rivelato vincente e che ha trasformato radicalmente la città, stretta nella morsa dell’inquinamento fino a qualche decennio fa e oggi esempio di sostenibilità in Asia e nel resto del mondo.
Elisa Pino