Ferrara, capoluogo dell’omonima provincia della regione Emilia Romagna, è una città virtuosa: è questa la fotografia che emerge dal rapporto “Per un’Italia sostenibile: l’SDSN Italia SDGs City Index 2018”, pubblicato lo scorso novembre dalla Fondazione Eni Enrico Mattei con lo scopo di valutare lo stato di attuazione nel nostro Paese delle misure previste dall’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, sottoscritta da 193 stati membri dell’ONU. Certamente la strada che la città emiliana deve ancora percorrere è lunga, ma la direzione intrapresa è quella corretta: nessuno dei 17 obiettivi definiti dall’Agenda 2030 presenta una percentuale di concretizzazione inferiore al 20%.
Ferrara raggiunge i risultati migliori alle voci “Povertà zero”, “Zero fame” e “Agire per il clima”, dimostrando di essere un esempio sia dal punto di vista sociale ed economico che ambientale.
Proprio su quest’ultimo aspetto, il capoluogo emiliano risulta particolarmente avanzato, specie per quanto riguarda la differenziazione dei rifiuti, in cui detiene un vero e proprio record a livello nazionale. Un dato che Caterina Ferri, assessore all’ambiente, commenta così: “Da un anno esatto l’introduzione della tariffa puntuale, ci ha consentito di arrivare nell’aprile 2018 a una percentuale di raccolta differenziata pari all’87,5%, ponendoci tra le migliori città in Italia con un numero di abitanti superiore a 100.000“.
Altro fiore all’occhiello di Ferrara è indubbiamente il suo efficiente (e sostenibile) sistema di trasporto pubblico. “Negli ultimi anni – spiega ancora Ferri – sono stati fatti investimenti sul trasporto pubblico per rinnovare il parco mezzi con veicoli meno inquinanti, è stato ampliato e rafforzato il sistema della ZTL, è stata promossa la mobilità dolce con l’implementazione degli itinerari ciclabili urbani e lungo le principali connessioni extra-urbane e sono stati attivati dei percorsi pedonali casa-scuola”.
Entro il 2020, inoltre, prevede la realizzazione di quasi 19.000 metri di piste ciclabili, che andranno ad aggiungersi a quelli già esistenti e che incentiveranno ulteriormente l’uso del mezzo a due ruote, il preferito dai ferraresi. Non a caso, Ferrara è “la città delle biciclette” (come si può leggere nei cartelli posti nelle zone di accesso al capoluogo), definizione che ha conquistato già nel 1995, anno di adesione alla rete europea Cities for cyclists. Da allora, le campagne e gli investimenti messi in atto a supporto degli spostamenti in bicicletta sono stati moltissimi. Nel sito dedicato, Ferrara in bici, si legge infatti che “la consapevolezza di essere non soltanto la città italiana con il maggior numero di ciclisti ma di attestarsi anche a livelli europei, ha portato l’amministrazione a dedicare numerosi progetti ed iniziative per migliorare e aumentare l’uso della bicicletta”.
Gli obiettivi 7 e 17 sono quelli in cui Ferrara registra le performance più scadenti; essi riguardano rispettivamente l’energia sostenibile e la collaborazione mondiale per perseguire lo sviluppo sostenibile. Soprattutto in merito a quest’ultimo punto, il Comune di Ferrara sta compiendo, negli ultimi anni, degli sforzi mirati, sottoscrivendo accordi internazionali che “prevedono la sinergia tra enti comunali, enti di ricerca e imprese di diversi Paesi europei per costruire e gestire città più sostenibili attraverso il confronto e lo scambio tra partner internazionali“.
Elisa Pino