Cosa stavate facendo a sedici anni?
Probabilmente la vostra preoccupazione principale era passare quel compito di matematica per cui non avevate studiato abbastanza. Le giornate scandite da scuola, studio, sport e qualche hobby per occupare il tempo libero lasciavano poco spazio ad atti di lotta al sistema. Molti dovranno ammettere che l’azione più rivoluzionaria da loro compiuta nei cinque anni delle superiori è stata uno sciopero per il malfunzionamento dei caloriferi, per una porta anti-incendio rotta o qualche politica poco condivisa.
A breve ci sarà un altro sciopero nelle scuole, il 15 marzo. Quello che lo rende diverso dagli altri è la sua natura: internazionale, giovane, ecologista.
Ma partiamo dall’inizio: c’è una ragazza che a sedici anni sciopera ogni venerdì, imperterrita e decisa, per salvare il mondo.
Stiamo parlando dell’attivista Greta Thunberg, la cui protesta si è estesa a macchia d’olio: quella che era solamente una ragazza che saltava scuola per manifestare in difesa del clima, davanti al Riksdag a Stoccolma, è diventata un vero e proprio simbolo di cambiamento.
Questo impegno e determinazione hanno permesso a Greta di parlare davanti ad alcune delle personalità più potenti del pianeta a Davos, all’evento del World Economic Forum e alla COP 24 in Polonia, e hanno spinto uno dei principali giornali svedesi, l’Aftonbladet, a definire Greta donna dell’anno, nomina che è stata comunicata l’8 marzo, giornata caduta, guarda caso, proprio di venerdì. È stata scelta attraverso un sondaggio, e ha battuto persino la regina Victoria di Svezia.
Dal suo piccolo gesto è nato un movimento studentesco internazionale, il Fridays for Future, venerdì per il futuro, che si è diffuso ben presto in tutto il mondo. Quella che è nata come l’iniziativa di un singolo è presto diventata un’onda che ha travolto settantuno paesi e più di settecento città. Numerose le manifestazioni anche in Italia a Roma, Bologna, Verona, Trento, Milano e molte altre.
La cosa più sorprendente è che l’organizzazione dell’evento sia stata presa in mano da giovani delle superiori, proprio come Greta, pronti a combattere per ciò in cui credono.
Lo scopo delle proteste, oltre ad aumentare la consapevolezza del problema dei cambiamenti climatici, è di spingere i politici (senza distinzione di partito) a prendere posizione e risolvere concretamente il problema. Proprio in quest’ottica si è deciso di organizzare lo sciopero generale del 15 marzo. Migliaia di giovani salteranno scuola per ritrovarsi in tutte le piazze del mondo, un forte segnale che proviene da una gioventù che crede fermamente nel proprio futuro, e che non vuole perderlo. Non importa che tu sia di destra o sinistra, ciò che unisce queste persone è il desiderio di risolvere concretamente la crisi ambientale.
È inutile negare il problema e nascondere la testa sotto la sabbia, l’emergenza, perché di questo si tratta, va affrontata di petto. I giovani stanno combattendo per il loro diritto a un futuro vivibile e dignitoso, in cui il pianeta non è più sfruttato fino all’esaurimento, ma rispettato e condiviso.
La gioventù, troppo spesso descritta come insensibile, apatica, choosy o mammona sta dimostrando di essere tutt’altro. Come la stessa Greta ha dichiarato al The Guardian siamo cresciuti vedendo immagini del nostro pianeta in lento deterioramento, ma raramente ce ne siamo veramente preoccupati. È grazie a persone come Greta che piangono per giorni a causa di un mare pieno di plastica, di orsi polari in via d’estinzione e altre emergenze climatiche che abbiamo ancora speranza per il futuro.
“I overthink. Some people can just let things go, but I can’t, especially if there’s something that worries me or makes me sad. I remember when I was younger, and in school, our teachers showed us films of plastic in the ocean, starving polar bears and so on. I cried through all the movies. My classmates were concerned when they watched the film, but when it stopped, they started thinking about other things. I couldn’t do that. Those pictures were stuck in my head.”
Basta andare sulla pagina facebook italiana dedicata all’evento per capire che non si tratta di una semplice iniziativa, ma di un vero e proprio movimento che non ha intenzione di fermarsi. Si oltrepassano i 22 mila like, mentre la fondatrice degli scioperi, Greta, conta oltre 245 mila follower su twitter.
Una rivoluzione che ha preso piede grazie ai social, a suon di hashtag e tweet, che partendo dai più giovani coinvolge tutti. Lo sciopero infatti non è rivolto solamente agli studenti delle scuole superiori e delle Università, ma anche a tutta la cittadinanza preoccupata per il futuro. Non c’è bandiera, schieramento politico o ideologia, solo il desiderio di combattere per un futuro dignitoso ed equo.
E voi, il 15 marzo sciopererete?
Aggiornamento
Greta Thunberg è stata nominata per il Premio Nobel per la Pace per la sua battaglia al cambiamento climatico, che ha dato il vita a un movimento giovanile mondiale per fronteggiare una delle peggiori emergenze degli ultimi anni, che potrebbe presto causare conflitti e guerre.
Silvia Pegurri