Consapevolezza, maturità, ma soprattutto cooperazione. Sono i tre pilastri basilari che spesso guidano la nostra vita, ma non solo: senza di essi anche il pianeta ne soffrirebbe. Basti pensare allo spirito con cui nel 1997 è stato firmato il Protocollo di Kyoto, per ridurre le emissioni di sostanze inquinanti, oppure l’Accordo di Parigi del 2015, nel quale 195 Paesi si sono impegnati per tenere sotto controllo il riscaldamento globale.

Foto di Andreas Gucklhorn
Nel corso di questi anni, proprio in quest’ottica, la nascita di fonti di energia rinnovabili è cresciuta di pari passo con la consapevolezza di voler creare un mondo migliore, di salvare il pianeta. È cresciuta anche la cooperazione tra i governi e quindi gli incentivi offerti ai cittadini per passare, per così dire, dalla parte dell’ambiente e installare pannelli solari e fotovoltaici, ridurre le emissioni e gli sprechi. Una catena positiva che fino al 2016 ha portato, secondo il report della International Energy Agency, a una crescita degli investimenti nel settore delle energie rinnovabili, ma che per diversi motivi è crollata nel corso del 2017.
Le cause secondo la IEA sarebbero da trovare nell’uscita degli Usa dall’accordo di Parigi e il calo degli incentivi da parte della Cina, che rappresenta il 40% degli investimenti nel solare, per il fotovoltaico. Vero o no, i numeri parlano chiaro e sanciscono un calo netto del 7% rispetto al 2016 nel settore delle fonti rinnovabili e, al contrario, una terrificante crescita negli investimenti per le fonti fossili (saliti a 790 miliardi di dollari).

Foto di Vasilios Muselimis
E se nazioni come la Svezia riescono a ottenere strepitosi risultati puntando sull’energia eolica, la verità è che gran parte dei Paesi non sono in grado di raggiungere tali obiettivi, sia per questioni economiche che, spesso, per pigrizia. L’esempio virtuoso della Svezia rappresenta infatti un unicum nel panorama ambientale, grazie al raggiungimento con 12 anni di anticipo degli obiettivi di sviluppo delle energie rinnovabili tramite l’installazione di 3.681 turbine eoliche. E se il prossimo target svedese è abbandonare i combustibili fossili e ridurre a 0 le emissioni entro il 2045, anche in territorio nostrano i buoni esempi non mancano.
Stando al Renewables 2018-Global Status Report redatto dal network REN21, l’Italia sarebbe al quinto posto nel mondo per potenza solare installata e quarta per capacità fotovoltaica, con un incremento del 29% rispetto al 2016.
Se, tuttavia, gli investimenti nel resto del mondo continuano a calare è inutile sottolineare che è come vedere un “cane che si morde la coda”, che fa progressi da una parte, ma peggiora drasticamente dall’altra. La soluzione, ancora una volta, è la cooperazione e la presa di coscienza non solo da parte dei cittadini, ma dei governi stessi. Il potere di cambiare il mondo è nostro, ma deve esserci indicata la via.
Giorgia Preti