Quando si parla di sovrappeso ci si concentra spesso solo sull’aspetto fisico e psicologico di questa condizione. Ma sapevate che l’obesità ha anche un importante impatto ecologico? I cibi che contengono più calorie aumentano infatti le emissioni di CO2, poiché la loro produzione implica un maggior consumo di risorse.
La differenza nella distribuzione mondiale del cibo
Ogni anno il numero delle persone obese aumenta e arriva la scienza a confermare che i nostri eccessi hanno anche conseguenze ecologiche: secondo una ricerca italiana pubblicata su Frontiers in Nutrition, i cibi ad alto contenuto calorico sono quelli che, per la loro produzione, sfruttano più risorse, come terreno e acqua, ed emettono maggiori quantità di gas a effetto serra.
I risultati della ricerca
Lo studio ha preso in analisi le abitudini alimentari di diverse regioni del mondo, tra cui l’Europa, e ha calcolato l’eccesso di peso corporeo della popolazione sulla base di alcuni parametri – come l’indice di massa corporea (BMI) e l’altezza – dividendo l’equivalente calorico tra i diversi gruppi di alimenti disponibili in ogni nazione.
Quello che emerge è che lo spreco metabolico di cibo, ossia l’indicatore della quantità di alimenti in più ingeriti e del loro impatto ambientale – come spiegato dalla ricerca di Mauro Serafini – è maggiore in Europa con oltre 39.000 miliardi di tonnellate, seguita da Nord America e Oceania, con oltre 32.000 miliardi di tonnellate.
In Italia oltre due miliardi di chili di cibo vengono sprecati e questo è il surplus di cibo che viene consumato da persone sovrappeso o obese.
Cosa c’entra il peso corporeo con l’ambiente?
All’aumentare di questo indice, aumentano anche le emissioni di anidride carbonica e si stima che l’Europa, l’Oceania e il Nord America da sole producano una quantità di CO2 equivalente a quella prodotta da tutti gli altri paesi del mondo – 14 volte in più dell’Africa subsahariana.
Secondo i dati della ricerca il 75% delle emissioni deriverebbe dalla produzione di carne, uova, latte e derivati e a questo va aggiunto l’uso di suolo, acqua ed energia necessari alla loro produzione.
Food Sustainability Index
Come limitare gli sprechi e imparare a mangiare bene? L’argomento è stato affrontato durante un forum svoltosi a Milano dove è stata annunciata la nuova edizione del Food Sustainability Index – l’indice globale di Bcfn (Fondazione Barilla Center for Food & Nutrition) e dell’Economist intelligence unit – che mappa i Paesi più sostenibili dal punto di vista alimentare sulla base della loro performance in termini di agricoltura sostenibile, nutrizione e sprechi e perdite di cibo.
La classifica conferma la Francia come leader mondiale nella sostenibilità alimentare, mentre al secondo posto rimane saldo il Giappone, seguito dalla Germania, che supera il Canada. L’Italia perde una posizione, attestandosi al settimo posto, pur registrando la migliore performance in termini di agricoltura sostenibile.
Due facce della stessa medaglia, fame e obesità
Al mondo c’è chi mangia troppo e chi troppo poco, per questo la FAO (Food and Agricolture Organization), insieme a 130 Paesi di tutto il Mondo, ha sottoscritto l’obiettivo #Famezero che si è posta di ridurre la fame nel mondo entro il 2030: ma come?
Per prima cosa bisogna garantire a tutti l’accesso al cibo e distribuire quindi le risorse in modo equilibrato. Poi bisogna fare in modo che il maggior numero di persone abbia un’alimentazione sana e ricca di tutti i nutrienti. E infine puntare ad un’agricoltura e pesca sostenibili.
Last but not least, ridurre la povertà, che è spesso la causa della malnutrizione, perfino nei Paesi in cui i supermercati sono pieni di cibo, infatti le persone che non possono permettersi cibi sani, o cibo in generale, tendono ad ammalarsi più facilmente.
In sostanza, uno stile di vita sano fa bene a noi e rispetta il Pianeta!
Lucrezia Melissari