Il caldo fuori stagione non solo ci ha fatto mettere via cappotti e maglioni, ma sta pericolosamente cambiando i cicli colturali di piante e alberi, modificando di conseguenza l’offerta dei prodotti che troviamo sugli scaffali dei supermercati.
Ecco allora che per colpa (o grazie) a questo inverno mite compaiono le primizie come le fave, le fragole, gli asparagi o le erbette selvatiche che ci aspetteremmo invece tra aprile e maggio. Ma se questi prodotti possono farci gola, Coldiretti sottolinea come il rischio di gelate tardive e siccità possano compromettere tutta la filiera agricola.
Coldiretti mette in guardia sul rischio di una primavera anticipata
Sui banchi sono arrivate con oltre un mese di anticipo le primizie per effetto di un inverno anomalo che ha mandato in tilt le colture lungo tutta la Penisola: è quanto emerge dal monitoraggio della Coldiretti nei mercati agricoli di Campagna Amica sugli effetti dei cambiamenti climatici.
Questo inverno in Europa si sono registrate temperature di 3,1 gradi superiori alla media di riferimento (1981-2010), sulla base dei dati del Copernicus Climate Change Service relativi ai mesi di dicembre e gennaio.
I problemi delle fioriture fuori stagione
Si sono verificate fioriture anticipate delle mimose in Liguria e dei mandorli in Sicilia e Sardegna dove iniziano a sbocciare le piante da frutto, mentre in Abruzzo ci sono le nuove gemme, con un mese circa di anticipo, sugli alberi di susine come per gli albicocchi in Emilia e in Puglia.
Questo clima non permette la programmazione colturale in campagna ed espone le piante anche al pericolo di gelate nel caso di un brusco abbassamento delle temperature con il rischio di perdere il lavoro di un anno intero.
L’agricoltura risente più di altre attività i capricci del clima che si traducono spesso in perdite economiche di diversi miliardi di euro. Coldiretti spiega che i cambiamenti climatici hanno causato una perdita, in Italia, di oltre 14 miliardi di euro nel corso del decennio tra produzione agricola nazionale, strutture e infrastrutture rurali.
Rischio siccità, gelate e insetti
Se tra febbraio e marzo il tempo mite sta spingendo le piante a buttare fuori le prime gemme e foglie, con la fine del mese ed aprile il freddo potrebbe tornare portando con sé correnti gelide che distruggerebbero in un attimo la nuova produzione.
In alcune regioni italiane (tra le quali Veneto, Sicilia ed Emilia-Romagna) inoltre è già allarme siccità: le temperature invernali sopra la media e l’assenza prolungata di piogge abbassano il livello di fiumi e canali (con danni all’irrigazione) e rendono difficile la nuova semina dei terreni.
A queste problematiche si aggiunge la presenza di insetti esotici invasivi (come la cimice asiatica) che, proprio grazie alle temperature elevate, riescono a proliferare e a minacciare le coltivazioni.
Cambia il modo di fare la spesa
La stagionalità dei prodotti ormai quasi non esiste più e se il nostro palato può gioire del fatto di non dover aspettare mesi per assaporare le prime fragole, dall’altro abbiamo fin qui sottolineato i rischi di una primavera che arriva a bussare troppo presto.
Anche il nostro modo di fare la spesa, di conseguenza, sta cambiando: rispetto al passato in questo periodo su scaffali e bancarelle ci sono frutta e verdura diverse, ma questo spesso ci obbliga per lungo tempo a mangiare le stesse cose.
Coldiretti inoltre sottolinea di fare attenzione ai molti alimenti importati verificando l’origine sull’etichetta e preferendo quelli nostrani che sono più freschi, spesso a filiera corta e aiutano i nostri agricoltori.
Insomma i cambiamenti climatici coinvolgono tutti gli ecosistemi mettendoli a rischio. Non c’è una soluzione al problema, ma ci sono tante buone pratiche: per prima cosa bisogna partire dalla riduzione dell’inquinamento e quindi delle temperature.
Poi bisogna aiutare gli agricoltori in difficoltà con fondi statali per mantenere così vive tradizioni agricole lunghe di secoli, che altrimenti rischiano di scomparire.
Lucrezia Melissari