La conquista delle rovine: lungometraggio di Eduardo Gomez, un vero e proprio saggio d’autore che ci porta in un viaggio polveroso tra Argentina e Bolivia, in compagnia di chi questi posti li vive ogni giorno: paleontologi e minatori, divisi e uniti tra cantieri e quartieri privati. Sono questi uomini i protagonisti del lungometraggio: le loro storie, fittamente collegate tra loro, ruotano attorno allo sfruttamento della terra per costruire nuove città e favorirne il caotico, inesausto avanzare.
Una fotografia che parla da sola: l’ombra della polvere della cava di Orcoma si confonde con i minatori incastrati tra le rocce frastagliate a picco sul nulla. Sono uomini che nel pulviscolo appaiono offuscati e precocemente sfibrati, per citare il grande Fitzgerard. Così passano le loro giornate, oscillando tra la paura della morte e quella di non garantire nessun futuro e nessuna terra alle nuove generazioni. Quasi alla fine del lungometraggio, una voce fuori campo afferma:
Il nostro momento sul pianeta è segnato da tutto quello che facciamo alla terra. Come vedranno questo segno i paleontologi da qui ad altri milioni di anni quando noi non ci saremo più? Quale sarà l’evidenza del nostro passaggio sulla terra se non rimarrà niente?
È la domanda aperta che il regista lascia agli spettatori, con la speranza che possano essere cittadini più coscienti del nostro pianeta. Abbiamo avuto modo di fare due chiacchiere con Eduardo Gomez per il Film Festival della Lessinia che ci ha raccontato di quanto sia importante acquisire questa consapevolezza verso l’ambiente:
Ho imparato molto da ogni personaggio a livello culturale e spirituale, perché ognuno di loro ti dà una visione della realtà. Questo fa in modo che si generi un punto di attrazione tra tutti i personaggi. [..] C’è un apprendimento che va al di là di tutto quello che è materiale; perché oltre ad essere persone siamo anche una serie di credenze e idee.
Siamo le storie che raccontiamo e cerchiamo di ricordare quello che merita la nostra attenzione. Questa è senza ombra di dubbio una storia necessaria per la salvaguardia del nostro pianeta. Il film si apre, non a caso, con una citazione del poema La sepoltura dei morti di T.S. Elliot che dice:
C’è solo ombra sotto questa roccia rossastra e vi mostrerò qualcosa di diverso sia dalla vostra ombra al mattino, che vi segue, sia dalla vostra ombra a sera, che sorge ad incontravi.
Vi mostrerò la vostra paura in una manciata di polvere.
Miriam Russo