In Europa la bici, insieme al trasporto pubblico, sta portando avanti la sfida all’automobile con lo scopo di migliorare la qualità dell’aria, la vivibilità dei centri urbani e promuovere un tipo di mobilità più responsabile. Anche il turismo vede nella bici una risorsa preziosa: il cicloturismo, infatti, favorisce le economie locali e ogni anno cresce il numero di appassionati che visitano anche le città d’arte in sella alla bici.
Una settimana dedicata alla bici

Foto di Dan Russo
Anche se nel Belpaese siamo ancora lontani da città bike friendly come Copenaghen o Strasburgo, i progressi si vedono. Per la Settimana europea della mobilità sostenibile, dal 16 al 22 settembre, si sono tenute manifestazioni e incontri per condividere progetti virtuosi e mostrare come in alcune città la bicicletta stia diventando un mezzo di trasporto alternativo, grazie ad Amministrazioni capaci di guardare al futuro. A Verona la Fiab, Federazione italiana amici della bicicletta, sta lavorando con il Comune per rendere la città amica dei ciclisti, ma non è sempre facile, come spiega Corrado Marastoni, presidente di Fiab Verona: «La promozione della mobilità ciclistica passa anche attraverso la sensibilizzazione dei cittadini, ma purtroppo le abitudini sono dure a cambiare. Dobbiamo rendere coscienti le persone che esistono diverse forme di mobilità sostenibile e incentivare l’uso della bici realizzando piste ciclabili, bici-stazioni e bike sharing. Dobbiamo rivedere il nostro modo di vivere la città e la nostra Federazione sostiene quei progetti che promuovono, anche nelle scuole, una mobilità più consapevole».
A Verona il corso di perfezionamento sulla mobilità ciclistica
Marco Passigato è il mobility manager dell’Università di Verona e da anni il suo impegno è quello di promuovere una mobilità più attenta alla sostenibilità e al risparmio delle risorse energetiche. Questa sensibilità lo ha spinto a creare il “mini-master” “Esperto promotore della mobilità ciclistica”, un corso di perfezionamento che garantisce una preparazione a 360° su tutto quello che riguarda la bicicletta. Spiega Passigato: «Il corso è strutturato su 10 giornate, 6 lezioni in aula con docenti preparati e 4 in bicicletta a Bolzano, Mestre, Custoza e in Valsugana per studiare e vedere nel concreto le realtà in cui la bici è davvero al centro di un nuovo tipo di mobilità e di turismo. L’impegno per il futuro è quello di offrire una formazione continua per questi Promotori per condividere problemi e soluzioni».
Brescia, Parma, Rimini e San Donà di Piave, sono molte le città amiche della bici

Foto di Gemma Evans
Anche in altre zone della Penisola si sono moltiplicate le esperienze dei “ComuniCiclabili”, un progetto sostenuto dalla Fiab che misura il grado di ciclabilità dei comuni italiani. Alberto Sutera, del Settore Mobilità del Comune di Brescia, è uno dei promotori di “Più BICI!” e spiega così l’iniziativa: «La città ha approvato un PUMS (Piano Urbano Mobilità Sostenibile) in grado di armonizzare pedonalità, ciclabilità, trasporto pubblico, viabilità e sosta, questo ha permesso di poter potenziare l’uso della bicicletta con la creazione di piste ciclabili e la messa in sicurezza dei percorsi».
Anche Parma non è da meno e l’assessore comunale alle Politiche di mobilità ambientale Tiziana Benassi afferma: «La mobilità è una questione culturale ed è fortemente legata all’abitudine. L’uso della bicicletta rappresenta un modo di vivere: dobbiamo immaginare che modello di città vorremmo e creare le condizioni per realizzarlo».
Giorgia Mancinelli, ingegnere del comune di Rimini racconta: «In Emilia Romagna, anche grazie al territorio pianeggiante, si è diffusa molto presto la ‘cultura della bici’, ma con il tempo, a causa del cambiamento degli stili di vita, era stata messa da parte. Il nostro impegno è quello di rendere Rimini una città a misura di bici e infatti siamo stati tra i primi in Italia a creare una Bicipolitana, dei percorsi segnati con colori diversi che collegano vari luoghi della città. Oltre a questo abbiamo implementato la ciclovia creando nuovi chilometri di piste».
Anche nella più piccola San Donà di Piave non sono mancati gli sforzi per ridare slancio alla mobilità ciclistica, come spiega il consigliere comunale Lorena Marin: «Per anni la città è stata percorsa in lungo e in largo dalle biciclette, ma dagli anni ’80 questa abitudine è venuta meno e le strade sono state invase dalle automobili. Abbiamo lavorato molto, e ancora resta da fare, per recuperare la mobilità ciclistica. Abbiamo reso sicuri i percorsi per le bici, imposto zone a 30 km/h e reso consapevoli gli automobilisti che sulla strada ci sono anche i ciclisti».
Lucrezia Melissari