La Terra brucia. Dalla Siberia all’Amazzonia, passando per l’Alaska e le Canarie, le segnalazioni e le notizie di incendi nel mondo si susseguono senza sosta. Tra allarmismo e reazioni politiche, è necessario considerare in primo luogo la realtà dei fatti: le nostre azioni, in particolare le emissioni di gas serra, hanno dato il via a un circolo vizioso, un processo che si autoalimenta e difficile da arrestare, che porta a gravi conseguenze per il pianeta e i suoi abitanti. Accusare, per quanto giustamente, alcune politiche messe in atto dai leader mondiali (Bolsonaro in testa, per quanto riguarda la delicata situazione della foresta amazzonica), rischia di essere uno specchietto per le allodole o una via per sfuggire alle nostre responsabilità.
Guardare oltre le alte fiamme dell’Amazzonia
La notizia degli incendi che stanno colpendo la foresta amazzonica ha fatto rapidamente il giro del mondo, provocando reazioni forti da parte di politici, celebrità e cittadini, che stanno manifestando il loro sostegno anche attraverso i social, con l’hashtag #prayforamazonia diventato in poco tempo virale. Reazioni più che giustificate: l’Amazzonia è la più grande foresta pluviale al mondo, custode di un incredibile patrimonio di biodiversità e fondamentale per mantenere i delicati equilibri della Terra. Il suo ruolo di polmone verde, inoltre, la rende anche il principale deposito di anidride carbonica del pianeta, la cui distruzione provocherebbe il rilascio di grandi quantità di gas a effetto serra nell’atmosfera. Il fatto che a livello di politiche ambientali il Brasile abbia seri problemi da risolvere è un fatto conclamato e supportato dai dati (secondo l’Istituto nazionale di ricerche spaziali del Brasile da gennaio ad agosto sono stati registrati in tutto il Paese sudamericano oltre 74mila incendi, con un aumento dell’84 per cento rispetto allo stesso periodo del 2018), ma questa non è l’unica area del mondo a bruciare e questo non può essere un caso. Se un incendio alle Isole Canarie può non essere visto come un’anomalia (a causa del caldo e del vento che tradizionalmente interessano la regione), quelli in Siberia, Alaska e Groenlandia non possono lasciarci indifferenti. Allora cosa c’è dietro a fiamme e fumo dell’Amazzonia?
Una concatenazione di reazioni, che si ripete all’infinito
L’equilibrio della Terra è perfetto, ma anche molto delicato. Il cambiamento di un fattore può dare vita a una serie di eventi concatenati: un circolo vizioso che si auto alimenta e quasi impossibile da arrestare. La scintilla che ha acceso la miccia, neanche a dirlo, siamo stati noi con l’aumento della produzione di gas serra, associate alle attività produttive, alle abitudini e ai consumi. Questo ha portato all’aumento delle temperature, che ha dato il via a una serie di altri meccanismi come lo scioglimento dei ghiacci (a cui sono associate una serie di altre reazioni a catena) o aumentando il rischio di incendi. Questi ultimi, a loro volta, danno vita ad altre conseguenze: minor assorbimento di CO2 e, allo stesso tempo, rilascio di quella accumulata. Basti pensare che, nel caso degli incendi in Siberia, si stima siamo state emesse oltre 160 milioni di tonnellate di anidride carbonica, praticamente quanta ne immette in atmosfera il Belgio in un anno. Questa CO2 contribuisce a sua volta ad alimentare i cambiamenti climatici che, oltre all’aumento delle temperature, portano a una maggiore quantità e intensità di eventi atmosferici estremi, che possono tradursi in caso di tempeste di fulmini e di forte vento, nelle cause di nuovi incendi. Il cerchio si chiude e questa concatenazione di eventi si ripete potenzialmente all’infinito, aumentando ogni giro di forza e intensità.
Una questione di responsabilità
In questi casi è più facile addossare la colpa a qualcuno, specialmente se questo qualcuno non è proprio “uno stinco di santo” (o in questo caso un convinto ambientalista). La verità, però, è che al di là delle scelte politiche non possiamo esimerci dall’assumerci responsabilità. La deforestazione avviene per soddisfare i nostri consumi, il riscaldamento globale e tutti i fenomeni concatenati hanno origine (in buona parte) dalle emissioni che siamo noi a produrre. Non nascondiamoci dietro a un dito, o a Bolsonaro. La Terra brucia.
Thomas Ducato