Sta ormai per finire la vendemmia, una delle pratiche piú antiche e preziose della tradizione agricola italiana. Il settore vitivinicolo, infatti, rappresenta una della colonne portanti della produzione ed esportazione agro-alimentare del Bel Paese, tanto per il valore economico che per la qualità del prodotto.
Il valore della viticoltura
La viticoltura rappresenta una fonte di sostentamento per diverse realtà agricole e negli anni la coltivazione del vino si è dovuta sviluppare per adattarsi ad una domanda in continua crescita e a un clima che cambia.
Per garantire una produzione di uva costante e per proteggere i grappoli dall’aggressione di malattie e insetti – negli ultimi anni sono aumentate le specie aliene invasive – è cresciuto l’uso di prodotti, come i fitofarmaci, con forti ripercussioni sull’ambiente.
Cosa sono i fitofarmaci?
I fitofarmaci sono sostanze che servono a combattere alcuni problemi che possono colpire le piante come malattie infettive, attacchi parassitari, di insetti fitofagi o piante infestanti, ma anche alterazioni dovute ad avverse condizioni ambientali. I fitofarmaci possono essere chimici o naturali e sono denominati anche agrofarmaci, fitosanitari o pesticidi.
Il trattamento antiparassitario è una delle operazioni agricole più delicate in riferimento all’impatto ambientale, in quanto implica l’uso di sostanze che possono diventare anche molto pericolose se maneggiate e distribuite in maniera inadeguata.
I composti ammessi dalla legge, in Italia, sono circa 370 e in commercio sono presenti oltre 6000
prodotti in miscele e formulati specifici. I rischi connessi al loro impiego sono dovuti sia alla non completa selettività (cioè al fatto che oltre ad agire contro specie dannose alle piante coltivate risultano tossici anche per molte specie utili per l’equilibrio degli ecosistemi), sia ai fenomeni di persistenza e di accumulo nell’ecosistema che determinano fenomeni di inquinamento.
Per ovviare a questo problema e spiegare agli agricoltori come usare nel modo corretto le irroratrici, l’Unità Operativa di Agro-Biometeorologia dell’ARPAV e il Dipartimento Territorio e Sistemi Agroforestali dell’Università di Padova hanno recentemente attivato una collaborazione intesa a sviluppare una pagina web in cui sono spiegate distanze e quantità di prodotto da usare sulle piante.
Come la viticoltura influenza l’ambiente naturale
In regioni come il Piemonte, la Toscana, il Friuli Venezia Giulia, il Veneto e la Sicilia i vigneti hanno un impatto importante sull’ambiente naturale.
I trattamenti a base di fitofarmaci sono responsabili della contaminazione delle acque superficiali e profonde. Le lavorazioni intensive causano una forte erosione e instabilità del suolo e i prodotti chimici spruzzati sopra le piante per proteggerle dai parassiti aumentano la diffusione dei gas serra e tutti questi fattori insieme hanno degli effetti negativi sulla conservazione della biodiversità.
Il recupero ecosostenibile della viticoltura, e dei territori che la ospitano, è subordinato alla capacità dei piccoli e grandi agricoltori di rispettare le norme che vincolano l’uso di determinati tipi di prodotti chimici e il loro corretto utilizzo nei campi, riducendo al minimo la loro dispersione nell’ambiente.
Cosa dice l’EFSA dei pesticidi?
I prodotti fitosanitari possono contenere diverse sostanze e parte delle attività dell’EFSA, European Food Safety Authority, è incentrata sulla valutazione del potenziale rischio che l’abuso di queste sostanze può avere sulla nostra salute.
I prodotti fitosanitari sono disciplinati essenzialmente dal Regolamento quadro (CE) 1107/2009 e le sostanze contenute in questi prodotti sono valutate dall’EFSA in base ad un sistema a due livelli per stabilirne la sicurezza e ridurre al minimo i residui di pesticidi nei cibi.
I controlli sono molti, ma la paura dei consumatori resta. Entro i limiti, l’uso di questi prodotti non risulta dannoso per il nostro organismo, l’alternativa sarebbe affidarsi totalmente al biologico, che a volte però rischia di essere solo un’etichetta ingannevole.
Lucrezia Melissari