Le notizie della settimana viste dalla redazione di Log to Green
L’asfalto del futuro che non inquina e dura più a lungo

Nereide Project
Una manna dal cielo per gli automobilisti, ma anche per i centauri e i ciclisti. Una strada senza buche e “silenziata” potrebbe portare ingenti cambiamenti davvero a tutti. E ora, con il progetto “Life Nereide”, cofinanziato dalla Comunità Europea, e guidato dal Dipartimento di Ingegneria Civile e Industriale dell’Università di Pisa, tutto ciò potrebbe diventare realtà.
Si parla di un tipo di pavimentazione contenente polverino di gomma riciclata realizzata utilizzando una produzione a “tiepido”, con temperature di 30-40 gradi inferiori rispetto ai normali standard di produzione; ciò consente di ridurre i consumi energetici e le emissioni nocive e di rendere più duraturo il manto stradale. A godere della sperimentazione di questo “asfalto del futuro”, per ora, è stata una strada di 2,4 chilometri a Massarosa, in provincia di Lucca, dove sono in corso tutt’ora anche i monitoraggi acustici. Un altro importante obiettivo del progetto, oltre a quello di ridurre l’inquinamento del 30% grazie all’uso dei materiali riciclati, è infatti quello di ridurre fino a 5 decibel il rumore provocato dal passaggio delle macchine sull’asfalto e aumentare l’aderenza del 20%.
A questa iniziativa europea, che ha ricevuto un finanziamento di 2,7 milioni di euro, partecipano l’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale della Toscana (Arpat), il Belgian Road Research Centre (Brcc), l’Istituto di acustica e sensoristica “Orso Maria Corbino” del Cnr ed Ecopneus, responsabile della gestione dei Pneumatici Fuori Uso in Italia.
Se la plastica si trasforma in carburante

Foto di PxHere
Trasformare la plastica in carburante, ridurre le emissioni e abbattere i costi del combustibile. È l’innovativa idea di Grt Group, una società svizzera specializzata in energie rinnovabili che ha eletto l’Italia come Paese pioniere dove far cominciare il progetto.
Stando a quanto dichiarato dall’amministratore delegato Luca Dal Fabbro, l’anno prossimo saranno costruiti impianti a “zero emissioni dirette” che utilizzeranno il processo della pirolisi, distruggendo le catene molecolari che rendono la plastica rigida, ma senza combustione e ossidazione. Le previsioni sono di produrre, per ogni tonnellata di plastica, 900 litri di combustibile simile al cherosene e al diesel.
Stando a Grt ogni impianto, che funzionerà grazie ai pannelli solari posti sul tetto della struttura, produrrà combustibile al costo di 25 dollari al barile, meno della metà del prezzo di un barile di petrolio. Inoltre saranno abbattute il 70% del totale delle emissioni di CO2 necessarie alla produzione di energia.
Starbucks elimina le cannucce. Ora solo coperchi riciclabili

Foto di Nadine Shaabana
Niente più cannucce, solo tappi realizzati con materiali riciclabili per gli “Iced drink”. È la novità annunciata da Starbucks che già qualche settimana fa aveva bandito cannucce e posate di plastica dal suo store di Seattle, dove è stata fondata.
La catena di caffetterie americana accoglie così a braccia aperte le preghiere degli ambientalisti tramite un tappo particolare disegnato dall’ingegnere Emily Alexander e dal suo team, realizzato in plastica riciclabile (polipropilene). Un cambiamento che consentirà di togliere dal mercato almeno un miliardo di cannucce all’anno. I nuovi coperchi saranno introdotti a Seattle e Vancouver in autunno, dopodichè saranno estesi anche alle altre 28mila caffetterie sparse in tutto il mondo. Per chi vorrà bere la propria bevanda con una cannuccia, ne saranno distribuite di alternative, fatte di carta o con materiale riciclabile.
Tra le altre catene di fast food e caffetterie anche l’americana Dunkin’ Donuts si è impegnata a eliminare i bicchieri di polistirolo entro il 2020, come anche Mc Donald’s che, dopo aver iniziato un percorso per rendere riciclabile il packaging nei punti vendita, ha annunciato una graduale sostituzione delle cannucce di plastica con quelle di carta che si concluderà entro il 2019 nei ristoranti di Gran Bretagna e Irlanda.
Giorgia Preti