Le notizie green della settimana viste dalla redazione di Log to Green
Greenpeace contro le trivelle nell’Artico
Lunedì quattro attivisti si sono arrampicati sulla piattaforma petrolifera West Hercules, nel nord della Norvegia. Lo scopo dei militanti, provenienti da Norvegia, Svezia, Danimarca e Germania, è quello di protestare contro le trivellazioni nell’Artico.
Da Greenpeace arriva la denuncia:
“Mentre in tutto il mondo crescono i movimenti di protesta che chiedono azioni reali contro il cambiamento climatico, la piattaforma di Equinor si sta preparando per una stagione di trivellazione petrolifera nelle acque artiche del mare di Barents”
Nonostante le perforazioni siano autorizzate dal governo norvegese, è in corso una causa costituzionale per porre fine alle estrazioni petrolifere artiche. Una richiesta che arriva anche dai migliaia di studenti norvegesi che solo qualche settimana fa hanno protestato per il clima, chiedendo anche lo stop definitivo alle nuove esplorazioni per petrolio e gas.
Biodegradabile? Non proprio
I sacchetti di plastica biodegradabili potrebbero non essere ecologici come si pensava. Secondo uno studio pubblicato sulla rivista statunitense Environmental Science and Technology, i sacchetti non si degradano a contatto con gli agenti atmosferici. Per arrivare a questa conclusione i ricercatori dell’unità internazionale di ricerca per i rifiuti marini dell’università di Plymouth, in Inghilterra, hanno confrontato il comportamento di tre tipi di buste (plastica, biodegradabili e compostabili) in ambienti diversi: acqua, terra e aria.
I sacchetti biodegradabili però non si sono “comportati” come ci si aspetterebbe, mostrando una resistenza maggiore delle buste di plastica. Quindi, secondo i ricercatori, non c’è prova che l’introduzione e l’uso di questo tipo di sacchetto aiuti a combattere il problema dell’inquinamento dei mari.
Al contrario, invece, i sacchetti compostabili non hanno deluso le aspettative, degradandosi solo dopo tre mesi in mare.
La Scozia e il Galles dichiarano l’emergenza climatica
In Galles e in Scozia è stata dichiarata l’emergenza climatica, a seguito delle proteste con cui è stato chiesto ai politici di agire concretamente per fronteggiare il problema. A Londra, a seguito delle manifestazioni del movimento Extinction Rebellion, sono state arrestate mille persone, mentre circa 200 attivisti hanno interrotto il traffico a Cardiff la scorsa settimana, pedalando lentamente per la città.
La dichiarazione di emergenza è una scelta non solo simbolica, ma anche pratica, per mostrare l’impegno concreto nel ridurre drasticamente le emissioni di CO2 entro il 2050.
L’impegno non è stato preso solamente dalla Scozia e dal Galles, ma anche da decine di città britanniche, tra cui Manchester e Londra.
Silvia Pegurri