Le notizie della settimana viste dalla redazione di Log to Green
Arte e Ambiente si può?

Foto di TPI
Come ben sappiamo, l’8 giugno è stata celebrata la giornata mondiale degli Oceani . Proprio in occasione di questa data, nei Fori Imperiali Romani è stata inaugurata un’installazione artistica di Maria Cristina Finucci, un’enorme scritta luminosa “HELP”, formata da sei milioni di tappi di plastica colorati, ingabbiati all’interno di strutture metalliche. L’appello che lancia l’artista è una vera e propria richiesta di aiuto, Help the Ocean, un’iniziativa che porta avanti fin dal 2013, anno in cui ha fondato il Garbage Patch State, lo “stato” simbolico che comprende le cinque isole di plastica che sono negli oceani, la cui superficie complessiva è di circa 16 milioni di km2, e questo ne fa il secondo stato al mondo in termini di estensione.
Anche la location dell’installazione non è stata scelta a caso: il Foro romano è simbolo della civiltà per eccellenza, dove molte culture si sono succedute, ma anche arricchite e mescolate tra loro. L’opera, visibile fino al 29 luglio, è un chiaro esempio di come l’arte possa essere utilizzata come veicolo universale, per sensibilizzare i cittadini e portare alla luce i problemi che ci circondano.
Apple: davvero green?

Foto di Remy loz
Il gigante della tecnologia è giunto a un obiettivo formidabile: le strutture dell’azienda presenti in tutto il mondo ─ negozi retail, uffici, data center e strutture in co-locazione ─ sono alimentate al 100% da energia rinnovabile.
Tutto questo rappresenta una svolta e una sfida da perseguire anche per gli altri colossi dell’elettronica: questa mossa conferma l’urgenza con cui un intero settore deve ridurre il consumo di risorse e la produzione di rifiuti elettronici, che stanno generando un grave impatto ambientale sul nostro pianeta. In questa direzione va anche Daisy, l’ultima versione del robot ricicla-iPhone,: si tratta di una macchina piccola, veloce ed efficiente, in grado di smontare ben 200 iPhone l’ora e di recuperare e organizzare i componenti per il riciclo.
Nonostante Apple sia indicata come una delle aziende più green, però, secondo Greenpeace il gruppo dovrebbe investire maggiormente in riparabilità: molti buoni risultati sono stati ottenuti fino adesso, ma, secondo l’organizzazione ambientalista, si può fare ancora meglio, lavorando su progetti di prodotti più longevi. Da parte sua, Apple afferma che questo sta diventando uno dei principali obiettivi aziendali. Non resta che aspettare e vedere i risultati.
Avocado: moda rischiosa
Negli ultimi anni l’avocado sta riscuotendo sempre più successo in tutta Europa, tant’è che stanno aprendo moltissime avocaderie, ristoranti interamente dedicati, inneggianti a uno stile di vita sano e felice. Eppure, questo frutto ricco di grassi buoni e proprietà benefiche, fa davvero così bene? Alla salute sicuramente sì, ma all’ambiente forse no.

Foto di Thought Catalog
Prodotto principalmente in Messico, la forte richiesta di “oro verde” in principio ha sorpreso positivamente la popolazione, che ha visto in questo boom una possibilità di un veloce arricchimento agricolo. Poco per volta, però, questa produzione massiccia si sta rivelando uno specchietto per le allodole: l’impatto ambientale è stato imponente. La pressione della domanda estera ha fatto sì che terreni vergini, o che una volta producevano colture diverse, siano stati trasformati in monocolture; la produzione è triplicata, mentre le esportazioni sono aumentate di dieci volte.
Monocolture intensive, deforestazione, sfruttamento delle risorse idriche, utilizzo di fertilizzanti e inquinamento atmosferico, sono solo alcuni delle terribili conseguenze della “moda da Avocado”, lanciata nel nome di uno “stile di vita sano”. Il problema non è esclusivamente messicano, ma interessa attualmente tutte le regioni in cui vengono coltivate in modo intensivo le monocolture di tendenza, ma anche tutti i principali consumatori; basti pensare al lunghissimo viaggio che deve affrontare il frutto per arrivare sino a noi, quindi i costi e l’inquinamento che ne conseguono.
Attenzione, dunque, alle nuove tendenze; la salute prima di tutto, ma non perdiamo di vista la sostenibilità ambientale.
Benedetta Bassi