Le notizie green della settimana viste dalla redazione di Log to Green
Nell’UE le rinnovabili guadagnano campo
Il rapporto “Il settore energetico europeo nel 2018” porta buone notizie: nel 2018 le fonti rinnovabili di energia hanno generato il 32,3% dell’elettricità europea. Si tratta di un aumento di 2,3 punti rispetto al 2017, in cui la percentuale era pari al 30%. Metà della crescita è dovuta dalla ripresa dell’idroelettrico, metà dall’eolico, il fotovoltaico e le biomasse.
Il rapporto è stato pubblicato dal centro studi britannico Sandbag e dal tedesco Agora Energiewende.
Secondo il gestore della rete Terna in Italia le fonti rinnovabili durante il 2018 hanno coperto il 35% della produzione energetica, un aumento rispetto al 32% del 2017.
Lo spreco di cibo inquina quanto una nazione
In occasione del 5 febbraio, la giornata nazionale per la prevenzione dello spreco alimentare, l’ISPRA, l’istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, ha pubblicato il rapporto “Spreco alimentare: un approccio sistemico per la prevenzione e la riduzione strutturali”. I dati raccolti da due anni di valutazioni e analisi mostrano come nel mondo lo spreco sia in aumento, nonostante la prevenzione e la riduzione dello spreco di alimenti siano considerati una delle principali problematiche da affrontare dalle Nazioni Unite.
A rischio c’è la tutela dell’ambiente e il benessere sociale, dato che lo spreco di alimenti è tra le maggiori cause di crisi ecologica, alterazione dei processi geologici, biologici e fisici. Lo spreco causa circa 3,3 miliardi di tonnellate di anidride carbonica, il 7% delle emissioni totali. Se stessimo parlando di una nazione si troverebbe al terzo posto dopo Cina e USA per emissioni.
Secondo le stime della FAO, Food and Agriculture Organization of the United Nations, circa un terzo del cibo commestibile globale è sprecato. Il 56% dello spreco proviene dai paesi industrializzati, il restante da quelli in via di sviluppo.
Si stima che per soddisfare la crescente domanda di cibo, strettamente legata all’aumento demografico, la produzione dovrà aumentare del 50%.
Il WWF annuncia la campagna globale contro la plastica
“Una crisi globale come quella della plastica ha bisogno di una risposta globale, ma al momento non esiste alcun trattato internazionale che affronti questo problema al livello mondiale e transfrontaliero. Per questo è partita oggi una Petizione promossa dal Wwf in tutti i Paesi dove è presente l’Associazione: l’invito è rivolto ai cittadini del mondo perché chiedano ai capi di stato di stipulare un Global Deal giuridicamente vincolante tra i Paesi delle Nazioni Unite per fermare la dispersione di plastica in natura entro il 2030″. Il WWF lancia così la sua campagna globale contro la crisi della plastica. Non è la prima iniziativa a riguardo, in Italia dal 2019 sono stati organizzati numerosi appuntamenti di sensibilizzazione targati dall’hashtag #plasticfree. Delle azioni necessarie dato che si stima che senza ulteriori provvedimenti entro il 2050 nei mari del mondo ci sarà più plastica che pesce. Il Mediterraneo è particolarmente a rischio, dato che si tratta di un’area trappola che presenta livelli record d’inquinamento da microplastiche.
Silvia Pegurri