Le notizie green della settimana viste dalla redazione di Log to Green
Spazzolini ecologici
Cambiare lo spazzolino regolarmente è la prima regola per mantenere denti, lingua e bocca in salute. Generalmente uno spazzolino va cambiato ogni 3/4 mesi, ma allora come fare a mantenere “sano” anche il Pianeta?
Si tratta di una cosa che spesso viene data per scontata, ma ogni essere umano consuma durante la vita circa 300 spazzolini. Questi, spesso di plastica non riciclata e non riciclabile con una testina composta da setole di nylon, risultano ad altissimo impatto ambientale, impiegando circa 1000 anni a decomporsi.
Utilizzarne di ecosostenibili, quindi, è la scelta più saggia ed etica: cercate e acquistate solo spazzolini riciclabili al 100%.
A questo proposito sono stati creati gli spazzolini biodegradabili in bambù, una fibra naturale che cresce molto velocemente e quindi un materiale altamente sostenibile, che non comporta uso di pesticidi o fertilizzanti. Il costo non è eccessivo, si tratta di circa 3€ a spazzolino – che comunque viene recuperato con i costi di smaltimento – e trovarli è facilissimo: basta ordinarli in internet e il gioco è fatto. l’importante è scegliere quelli anche con le setole e la confezione compostabili, così da proteggere l’ambiente una volta di più.
Carta igienica riciclata
Pura cellulosa vergine a 8 veli e profumo di lavanda? No, grazie.
Per avere la coscienza pulita, oltre che altre parti del corpo, facciamo uso di poca carta igienica, preferibilmente riciclata e assolutamente non sbiancata. Perchè ci sarebbe da chiedersi quanto sia davvero ecologica una carta igienica che si definisce riciclata ma è bianca come le altre; la carta riciclata allo stato puro presenta un colore che va dal grigio al marrone, ma questo tipo di carta tarda ad affermarsi sul mercato.
Nella maggioranza dei casi, per rendere il prodotto più “appetibile”, le aziende preferiscono sottoporre la stessa carta riciclata ad una procedura di sbiancamento che è altamente nocivo. In realtà questi pregiudizi sono il frutto di una mancata coscienza ambientale e di anni di bombardamento mediatico in cui il bianco viene associato all’idea di igiene e pulizia. In questo caso, la carta igienica riciclata non pecca assolutamente di scarsa igiene, è solamente scura e leggermente ruvida.
Infine, dal Giappone arriva una macchina di riciclo molto interessante. È stata brevettata dall’azienda Nakabayashi e consente di produrre due rotoli di carta igienica all’ora, utilizzando 1.800 fogli di carta da ufficio formato A4 avanzati e destinati alla spazzatura.
Borracce, si grazie!
Qualcuno pensa che le borracce non servano perché basta acquistare una bottiglia di acqua al bar. Niente di più sbagliato.
Usando un contenitore riutilizzabile, invece che una nuova bottiglietta ogni giorno, potete ridurre il consumo di plastica. Alcune persone riutilizzano la stessa bottiglietta d’acqua usa e getta più volte, ma questa pratica è sconsigliabile: queste, infatti, sono pensate per essere buttate via (e riciclate) dopo il primo utilizzo, per questo non è previsto che siano facili da pulire e asciugare, né che siano a prova di graffi: per queste ragioni i batteri possono trovare un ambiente ospitale alla loro formazione in piccolissimi anfratti. Non bisogna allarmarsi: bere dieci volte dalla stessa bottiglietta, riempiendola ogni volta con l’acqua del rubinetto, non mette a rischio la vostra salute. Però, a lungo termine, è più consigliabile usare una borraccia pensata appositamente per l’utilizzo ripetuto. L’importante è lavarla spesso – anche se dentro viene messa soltanto dell’acqua – e nel modo giusto.
Benedetta Bassi