Le notizie della settimana viste dalla redazione di Log to Green
Volare “green” insieme a Norwegian Airlines

Foto di Eric Kalim Cornelis
Viaggiare sì, ma con consapevolezza e rispettando l’ambiente. Per chi preferisce muoversi via terra un ottimo compromesso tra praticità e sostenibilità può essere offerto da Flixbus, ma chi vuole “mettere le ali” come se la cava? A questo può rispondere l’International Council on Clean Transportation (ICCT) che, dopo aver analizzato l’efficienza dei consumi di carburante delle 20 compagnie aeree più importanti che hanno collegato il vecchio e il nuovo continente nel 2017, ha decretato per la seconda volta Norwegian Airlines la compagnia aerea con il più basso consumo di carburante sulle rotte transatlantiche. Stando alla ricerca, infatti, la compagnia norvegese riuscirebbe a trasportare un passeggero per 44 chilometri per ogni litro di carburante. Un risultato che batte del 33% la media delle altre compagnie, tra cui anche Alitalia e British Airways. Non resta che prendere il volo!
Coltivare è più semplice e sostenibile con…le oche
Una scelta insolita, del tutto bizzarra, ma che può essere una svolta. All’azienda Di Filippo, a Montefalco in provincia di Perugia, le 400 oche di famiglia vagano libere per i vigneti. Se vi state chiedendo il perché, è molto semplice: mangiano l’erba infestante. Un gesto che, su due piedi può sembrare insignificante, ma che in realtà nasconde diversi lati positivi. Innanzitutto l’utilizzo delle oche non solo fa risparmiare 100 litri di carburante per ettaro a trattori e falciatrici, ma con il loro passo lieve gli animali non compattano né riducono la fertilità del terreno come farebbe invece il passaggio di una pesante falciatrice. In secondo luogo si elimina l’uso di diserbanti e prodotti chimici, poiché le oche concimano, fertilizzano e potenziano l’attività microbica del suolo. Il tutto rientra nel principio dell’agroforestry, la convivenza tra coltivazione e pascoli sullo stesso terreno, che aiuta l’agricoltura ad autosostenersi.
Ocean Cleanup: un tubo “mangia rifiuti”

The Ocean Cleanup
È arrivato a più di 30 milioni di dollari di donazioni e ora è pronto a partire. Si tratta di Ocean Cleanup, un progetto ideato dal giovane 23enne olandese Boyan Slat: un lungo tubo di 600 metri che, inserito in mare, dovrebbe “mangiarsi” le isole di rifiuti, in particolare quella tra Hawaii e California, grande tre volte la Francia.
Il progetto esiste dal 2013 e rispetto ad allora, il tubo è stato reso più resistente al vento e alle onde grazie alla sua struttura a “U”. La missione di Boyan e del gigantesco tubo mangia-rifiuti, partito lo scorso 8 settembre dalla Baia di San Francisco, si può seguire sul sito ufficiale www.theoceancleanup.com.
Giorgia Preti