Medaglia di legno. Il 2018 si classifica al quarto posto nella speciale graduatoria degli anni più caldi del Pianeta dal 1880 a oggi. Non male (ovviamente in senso ironico) ma l’anno in corso può fare ancora meglio: abbiamo passato da poco il giro di boa e il 2018 ha dimostrato di avere le carte in regola per puntare al podio. Purtroppo c’è ancora tempo e, se non ci sarà una decisa inversione di tendenza, anche i prossimi anni riusciranno sicuramente a impressionare a suon di temperature sopra alla media, accompagnate da fenomeni atmosferici sempre più estremi. Tutta colpa dei cambiamenti climatici.
Per l’Italia è record. A lanciare l’allarme e riportare questi tristi numeri è Coldiretti, sulla base della banca dati NOAA, il National Climatic Data Centre. Nel 2018 si è registrata una temperatura media sulla superficie della Terra e degli oceani addirittura superiore di 0,77 gradi rispetto alla media del ventesimo secolo, con gravi danni per l’agricoltura. “La produzione di grano – fanno sapere da Coldiretti – è in sofferenza dagli Stati Uniti al Canada, dall’Ucraina alla Russia, dall’Australia alla Turchia fino in Europa dove la siccità ed il caldo hanno tagliato la produzione del 10% rispetto allo scorso anno, per effetto del calo dei raccolti soprattutto in Nord Europa, in Germania e Francia”. E l’Italia? Il Belpaese non se la passa meglio rispetto ai Paesi del Nord Europa. Sempre secondo Coldiretti, per l’Italia il 2018 è l’anno più caldo dal 1880 a oggi con una temperatura superiore di 1,46 gradi rispetto alla media storica da gennaio a luglio. Un dato che sembrerebbe confermare la tendenza degli ultimi anni.

Foto di NASA Goddard
Fa caldo anche al Polo Nord. Il più antico ghiacciaio del mondo, il mare sopra alla Groenlandia, si sta sciogliendo e non era mai successo prima del 2018. Già in due occasioni da gennaio a oggi, sulla superficie ghiacciata si è aperta una frattura a causa del caldo eccezionale che ha raggiunto anche il Polo Nord, a cui si sono aggiunti i venti caldi, tutt’altro che all’ordine del giorno da quelle parti. Una brutta notizia riportata da studiosi e scienziati, che hanno osservato le immagini satellitari delle fratture nel ghiaccio di quello che era considerato, prima del 2018, l’ultimo baluardo contro i cambiamenti climatici: fino a non troppo tempo fa, infatti, la maggior parte del ghiaccio marino nell’Artico era pluriennale mentre ora si scioglie e si riforma ogni anno. Era così per tutti i ghiacciai tranne quello del mare sopra la Groenlandia, ma anche questa ultima area ha ufficialmente dato segni di cedimento, con gravi conseguenze per la fauna locale. In particolare, gli scienziati sono in apprensione per l’orso bianco, che sul ghiaccio marino caccia, anche se il rischio effettivo si potrà valutare solo nella primavera prossima.
Non solo caldo. A testimoniare i profondi cambiamenti climatici in atto non c’è stato solo il caldo: negli ultimi mesi stiamo assistendo a fenomeni atmosferici estremi come acquazzoni, trombe d’aria e violente grandinate. L’Italia non è stata risparmiata, con gravi conseguenze: il maltempo ha causato danni all’agricoltura, con molte coltivazioni distrutte o gravemente compromesse, ma ha anche provocato allagamenti, esondazioni, frane e smottamenti. Tutto questo ha un prezzo anche economico, stimato attorno al mezzo miliardo di Euro. “Sono gli effetti dei cambiamenti climatici in atto – sottolinea Coldiretti – che si manifestano con una più elevata frequenza di eventi estremi con sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ma intense e il rapido passaggio dal sole al maltempo”.

Foto di Travis Grossen
Corriamo ai ripari. A peggiorare il problema del caldo in città, in Italia ma non solo, ci pensano il traffico e la mancanza di aree verdi, sempre più una chimera nel contesto urbano. Proprio per questo Legambiente ha lanciato una proposta per Milano: creare un’area verde di 55mila ettari che unisca Milano da Sud a Nord, coprendo un terzo della superficie della città metropolitana. Più che un’idea una provocazione, che potrebbe però portare benefici concreti ai cittadini e al Pianeta. “Le isole di calore – spiega Legambiente – sono in forte aumento, in particolare nelle aree densamente abitate”. A confermare questa dichiarazione ci sono le temperature fatte registrare nel capoluogo lombardo ad agosto, fino a 5 gradi più alte rispetto a quelle rilevate nell’hinterland e nei parchi attorno all’area metropolitana. Un bilancio simile a quello di altre città italiane e del Mondo: aumentare le aree verdi nel contesto urbano potrebbe portare benefici concreti ai cittadini e, nel medio e lungo periodo, anche al Pianeta.
Siamo al termine di questa estate, che ci ha offerto giornate roventi e, allo stesso tempo, acquazzoni memorabili. Tra poco smetteremo di sudare e forse ci dimenticheremo del fatto che il nostro Pianeta è sempre più caldo. Il 2018 è il quarto anno più caldo dal 1880 a questa parte. Medaglia di legno, dunque, almeno per il momento: tutta colpa dei cambiamenti climatici.
Thomas Ducato